Ha l’imprimatur del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il “decreto Calabria” che, nelle intenzioni del Governo, punta a sottrarre alla politica la gestione della sanità calabrese in regime di piano di rientro.
Norme stringenti sulla verifica dell’operato dei direttori generali delle aziende sanitarie e “super poteri” ai commissari ad acta sono gli snodi cruciali di una riforma che da qui a breve, una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, azzererà tutti i commissari delle Asp e delle Aziende ospedaliere dichiarandone la decadenza dall’incarico, sottraendo i vertici di questi Enti cruciali al presidente della Regione che li aveva nominati.
Controlli e vincoli rigorosi anche su acquisti e forniture (tra le prime cause dell’attuale disavanzo) che il Servizio sanitario calabrese dovrà effettuare attraverso la centrale nazionale Consip o le centrali di committenza di altre regioni.
Nuove prescrizioni anche sulle procedure di affidamento sotto soglia, che saranno soggette all'Autorità nazionale anti corruzione (Anac). Insomma la “polpa” della sanità che finora è stata oggetto di frodi, corruzione e anche reati di mafia, diventerà per molti versi inaccessibile ad un malcostume rapace.
© Riproduzione riservata