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Consiglio regionale calabrese, respinte le dimissioni di Pippo Callipo

Pippo Callipo

Il Consiglio regionale della Calabria ha respinto le dimissioni di Pippo Callipo, leader di «Io Resto in Calabria» e dell’opposizione, già candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra alle Regionali del 26 gennaio scorso. La presa d’atto delle dimissioni di Callipo ha registrato 24 voti contrari e tre voti favorevoli, due dei quali arrivati dai banchi della stessa opposizione.

Callipo si era dimesso lo scorso 29 giugno motivando la sua decisione con il fatto di aver «capito che le regole e i principi che ordinano l’attività del Consiglio regionale sono di fatto 'cedevoli' al cospetto di prassi consolidate negli anni che mortificano la massima Assemblea legislativa calabrese e che si scontrano con la mia mentalità improntata alla concretezza L’attività del Consiglio si svolge assecondando liturgie politiche che impediscono la valutazione delle questioni sulle quali l’Assemblea è chiamata ad esprimersi».

Nell’odierna seduta, l'ordine del giorno sulle dimissioni di Tallini è stato introdotto da un intervento del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, che ha fatto «un serio richiamo al senso di responsabilità e alla sensibilità politica di Callipo, nella speranza che possa contribuire a una sua riflessione profonda sulle motivazioni delle sue dimissioni. Non è mai accaduto nella storia del regionalismo calabrese che il capo dell’opposizione abbandoni dopo 4 mesi la postazione a cui lo hanno indicato migliaia di elettori. L’immagine di un Consiglio regionale delegittimato dopo 4 mesi non è veritiera e non ci fa onore. Penso che Callipo, privandola di una guida riconosciuta, indebolirà la sua parte politica e più in generale tutto il Consiglio regionale. Ascolti dalla voce dei tutti i gruppi le motivazioni della decisione di respingere le sue dimissioni e - ha sostenuto Tallini - si conceda un momento di riflessione prima di compiere un atto che lascerebbe un’ombra sulla sua esemplare figura di uomo e di imprenditore».

Dopo l’introduzione di Tallini, si è sviluppato un articolato dibattito al quale hanno partecipato, per la maggioranza di centrodestra, i consiglieri regionali Domenico Giannetta (Forza Italia), Filippo Pietropaolo e Raffaele Sainato (Fratelli d’Italia), Giuseppe Graziano (Udc), Baldo Esposito (Casa delle Libertà), e per l’opposizione di centrosinistra Marcello Anastasi e Graziano Di Natale ("Io Resto in Calabria"), Domenico Bevacqua, Carlo Guccione e Luigi Tassone (Pd), Giuseppe Aieta (Democratici Progressisti), Nel centrosinistra, a votare a favore delle dimissioni di Callipo sono stati Giuseppe Aieta e Luigi Tassone.

«Non partecipo alla giostra dell’ipocrisia perchè - ha spiegato Aieta - non voglio liquidare con superficialità le parole di Callipo e voglio difendere il ruolo dell’istituzione. Oggi il centrosinistra si trova orfano del suo condottiero e deve aprire necessariamente una riflessione su questo fallimento. Rispetto la decisione di Callipo ma respingo il suo giudizio rassegnato sulla Calabria».

Secondo Tassone, «da un lato dobbiamo continuare a svolgere la nostra funzione in maniera virtuosa, dall’altro abbiamo la necessità di indicare una direzione e di compiere delle scelte rigorose nel percorrere una strada nuova. Credo che il Pd possa perseguire la strada del rinnovamento senza rincorrere nessuno, inoltre nessuno ha coinvolto me e altri colleghi dello schieramento in questa riflessione».

A conclusione del dibattito, il presidente Tallini ha spiegato che «ci sarà una procedura attraverso cui il collega Callipo manifesterà la sua volontà da qui a qualche giorno» ma ha auspicato che «possa tornare sulla sua decisione e accogliere l’invito di questo Consiglio regionale».

"L'esposizione debitoria testimonia che il decreto Calabria ha prodotto disavanzo, disorganizzazione, aziende sanitarie commissariate e che non hanno i bilanci di riferimento. Questo, sotto l’aspetto economico, ci preoccupa molto". Lo ha detto l’assessore calabrese al Bilancio, Francesco Talarico, nel corso di un’informativa in Consiglio regionale sull'anticipazione di liquidità in favore degli enti del servizio sanitario regionale. "Il disavanzo di quest’anno - ha continuato Talarico -, che sarà intorno ai 200 milioni, ha già prodotto l’aumento dell’addizionale regionale e dell’Irap a scapito dei calabresi". La sanità calabrese, per Talarico, "produce debiti". Secondo l'assessore, l’anticipazione di liquidità poteva essere "un’occasione per dare ristoro alle aziende sanitarie".

"In una prima fase - ha precisato - le aziende sanitarie avevano richiesto anticipo di liquidità per 600 milioni di euro. Quando abbiamo scritto chiedendo che dovevano esclusivamente riferirsi ai debiti iscritti sulla piattaforma commerciale, si sono ridotti a 219 milioni. Quando abbiamo detto che questi debiti dovevano risultare dal bilancio al 31 dicembre si sono trasformati in 100 milioni". Talarico ha quindi spiegato che "per coprire questa esposizione nei confronti di Cassa depositi e prestiti" si era posta la "scelta tra aumentare la pressione fiscale, ridurre le spese regionali o utilizzare economie di spesa derivanti da tutti coloro che andranno in pensione". "Questa azione rigorosa che bloccava il turnover non ci ha convinto - ha detto - e abbiamo bloccato questa decisione. Oggi, quindi, non approviamo nessun disegno di legge, anche perchè da qui a ottobre arriveranno nelle casse regionali, dal tavolo Adduce, 200 milioni come premialità per poterli dare alle aziende sanitarie e procedere al pagamento delle spettanze". Secondo Talarico, dunque, "la procedura non è un’operazione contabile appetibile. Non abbiamo totalmente chiuso questa decisione - ha aggiunto -, aspetteremo di vedere nelle prossime settimane cosa avverrà".

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