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Jole Santelli, folla commossa ai funerali della governatrice: anche Conte presente per l'ultimo saluto

È seduto in prima fils, nella chiesa di San Nicola di Cosenza, il premier Giuseppe Conte, venuto in Calabria per assistere ai funerali della presidente Jole Santelli. A breve distanza siedono il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati e il ministro dell'Interno, Luciana Lamlrgese.

Il rito funebre è officiato dall'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Francesco Antonio Nolè; accanto concelebrano l'arcivescovo emerito della città, Salvatore Nunnari e l'eparca di Lungro, capo della chiesa ortodossa calabrese, monsignor Donato Oliverio. In prima fila pure le sorelle di Jole Santelli, Roberta e Paola.  «Oggi è un momento di dolore e sconforto per la perdita di una persona cara e giovane» afferma monsignor Nolè nella sua omelia.

«Dobbiamo ascoltare la parola di Dio e ringraziare per il bene compiuto da questa persona amata perché questo è il suo testamento spirituale. Jole e la sua famiglia hanno da sempre avuto una profonda fede e per questo guardiamo a un mondo in cui ella risorge con Cristo e dove non ci saranno più dolore e morte. Jole si trova in una condizione beata al cospetto misericordioso del Padre dove la speranza e la fede finiranno perché si riverseranno nell'oceano dell'amore di Dio. Dobbiamo ringraziare per il bene che Jole ha compiuto a beneficio di tutti noi, per la dedizione con cui ha assolto alle sue responsabilità. Jole ci lascia la dignità, la delicatezza e la riservatezza nel gestione della sua vita personale e pubblica non cedendo alle provocazioni a cui il mondo attuale ci sottopone. Ci lascia il coraggio con cui ha affrontato la malattia non facendola pesare sul lavoro amministrativo e sulla azione politica. "La malattia  ti aiuta a non avere paura, a non rispettare più le convenienze": queste la sua parole più belle. E' stata una donna intelligente, preparata e determinata vivendo il suo ruolo al meglio per il bene comune» ha aggiunto ancora monsignor Nolè.

«Quando ero vescovo di Tursi-Lagonegro si minacciava la chiusura del tribunale di Lagonegro e lei fu investita della nostra richiesta e quando comprese le motivazioni ci rispose:" il Tribunale  non sarà soppresso perché non avete portato proteste ma proposte ragionevoli". Jole amava approfondire le questioni e lavorare per il bene comune, ha vissuto la sua Fede senza ostentarla, né nasconderla. Alla festa di San Francesco di Paola ha dato voce a tutti i calabresi, in piena pandemia. Il due giugno la incontrai e lei portava addosso due croci e le chiesi: non ne bastava una? E lei rispose: "sono molto di più di due". È stata una donna che amato la sua terra, la sua città, la sua comunità ecclesiale».

«È stata una testimone del dialogo e della pace perché ha amato tutti con il suo cuore ed ha  abbracciato e sostenuto chi si trovava in difficoltà. La sua è una perdita incolmabile. Con la sua elezione si era accesa una fiammella di speranza tinta di rosa nel cielo della nostra Calabria. Il Signore ha guidato Jole nella sua vita e nei suoi progetti. Jole è stata una di noi, santa e peccatrice, come tutti noi. Santa perché figlia di Dio, peccatrice perché come tutti alle prese con le umane debolezze. La proponiamo come punto di riferimento alle nuove generazioni. Ai giovani, in una lettera, ha scritto: "siate audaci ed intelligenti". Cara Jole prega per noi, i tuoo familiari, per i tuoi amici e la tua terra ora che sei davanti a Dio».

La messa funebre si è conclusa con un ultimo intervento di monsignor Nolè. L'arcivescovo di Cosenza ha detto: «Jole ha fatto un miracolo radunando qui tante personalità: è una delle poche volte in cui tante autorità dello Stato sono presenti. La vostra presenza sia un incoraggiamento affinché la vostra sia una presenza di speranza, di sostegno, che ci dia conforto e vicinanza». Uno scrosciante applauso ha accompagnato l'uscita del feretro dalla chiesa. Il premier Conte si è fermato davanti alla bara per un ultimo saluto.

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