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I ricordi di Ginevra, l'amica del cuore di Jole Santelli: "Amava la Calabria, perdo una sorella"

Ginevra Vercillo era un’amica del cuore di Jole Santelli. Hanno vissuto per anni nello stesso appartamento, a Roma, ai tempi degli studi universitari. Amicissime da allora, le due donne hanno poi scelto strade diverse: Ginevra quella della biologa, Jole, invece, quella della politica. Ginevra, appena lasciato il palazzo di via Piave, ha lo sguardo smarrito e si tormenta il viso con la mano destra. «Com’era bella» sussurra «bellissima come quando l’ho conosciuta. Anche ormai senza vita continua a stupirmi con quei lineamenti delicati e mediterranei, la pelle liscia, l’aspetto sereno...».

Dove vivevate a Roma?

«In un appartamento di Sebastiano Messina, il giornalista di Repubblica, in via Contessa di Bertinoro. Ci vivevamo in quattro: io e mia sorella Marina, Jole e sua sorella Roberta. Pensa: siccome i nostri genitori non ci viziavano avevamo solo un vecchio televisore in bianco e nero e per accenderlo dovevamo riscaldarlo con l’asciugacapelli altrimenti rimaneva spento. Lei aveva una Renault 4, che io chiamavo la macchina dei Flintstones perché, se alzavi i tappetini, era bucata proprio come quella dei protagonisti del cartone animato. Ecco, questa era la nostra vita, questa era Jole».

E le serate come le trascorrevate: amici, feste, compagni d’università?

«No, le serate erano molto casalinghe: studiavamo ed uscivamo una sola volta a settimana».

Quando, il sabato?

«No, all’epoca si usciva il venerdì»

E per andare dove?

«Nulla di speciale uscivamo solo con gli amici di sempre che erano tutti originari di Cosenza. Lei aveva un senso di affetto e di appartenenza verso la nostra città e la gente della nostra terra che emergeva, a volte, in modo imbarazzante perché si mostrava generosa e cordiale all’estremo. Lei era così: tutto cuore».

Cosa l’animava nella vita?

«L’amore per la propria terra, la sua famiglia, i nipoti, le sorelle, gli amici, sempre gli stessi e fedelissimi. Ogni 23 dicembre c’era un appuntamento fisso a casa Santelli, a Cosenza, in via Piave: sorelle Vercillo e sorelle Santelli. La madre, Imperia, ci preparava i dolci natalizi tipici della nostra tradizione.»

E poi, quando è diventata un personaggio politico importante, cosa è successo?

«Io avevo i bambini piccoli e lei veniva a prenderci per andare al Mcdonald. E stavamo lì a parlare di tutto ed a masticare panini improbabili. Lei anche ricoprendo incarichi rilevantissimi cercava sempre la normalità. Non amava smancerie, aveva voglia di stare in pace, fuori dal ruolo istituzionale».

E tu, Ginevra, con la Jole politica che rapporto avevi?

«L’ho sempre supportata da amica: a volte mi portava con sé nella zona di origine della mia famiglia, Rossano, per capire meglio cosa si potesse fare per aiutare quel territorio. Lei mi voleva sempre al suo fianco, perché amava circondarsi di persone fidate».

C’è un dispiacere forte di cui ti ricordi?

«Sicuramente in amore, ma non ne posso parlare rispettando la sua privacy».

E, invece, un aneddoto particolare?

«Quando Lucio Presta si è candidato a sindaco di Cosenza io fui in imbarazzo e dissi a Lucio che se si fosse candidata Jole io sarei stata con lei. Organizzai una cena per farli incontrare e lei disse: “la cena non servirà per parlare di politica ma di amore”. Eravamo a casa sua in via Piave: io, Lucio, lei, Wanda Ferro, Maria Teresa Pagliuso cugina di Jole e mia sorella Marina. Non parlammo di politica ma solo di amore. E Presta, ricordando che nella vita aveva fatto anche il cameriere per mantenersi, si mise con grande dolcezza a servirci a tavola».

Ti mancherà?

«Se ne va una sorella maggiore, sempre protettiva nei miei confronti. Lei c’era sempre. Ti leggo l’ultimo messaggio: Tesoro mio...serata a casetta mia di chiacchiere e pizza. Purtroppo non ce n’è stato il tempo».

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