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Scott Rinascita, il boss intercettato: «L’ospedale di Vibo lo dobbiamo fare noi...»

L'area in cui deve sorgere l'ospedale di Vibo. In alto Luigi Mancuso

Un’opera finalmente iniziata – a distanza di oltre un decennio dalla posa delle “prime” cinque pietre poi definitivamente sepolte da un’inchiesta giudiziaria – attesa dalla popolazione dell’intera provincia, il cui iter è sempre stato lastricato da difficoltà e su cui è puntata l’attenzione degli organismi di controllo e sui è da sempre puntata “l’attenzione” delle cosche.

E sul nuovo ospedale di Vibo Valentia qualche mira l’avrebbe fatta anche il boss Luigi Mancuso, il quale sarebbe stato intenzionato a “partecipare” alla realizzazione dell’opera. Vicenda che emerge dalla maxi-inchiesta “Scott Rinascita” portata a termine dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri.

L’interessamento del “Supremo” o del “capo dei capi” – così viene indicato Luigi Mancuso dagli inquirenti inserito al vertice del Crimine della provincia vibonese – risalirebbe al dicembre di sei anni fa, ovvero – annotano gli inquirenti nella richiesta di applicazione della misura cautelare a carico di oltre quattrocento indagati – «pochi giorni dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto, quando cioè era conosciuto il vincitore, benchè le risultanze siano state pubblicate circa due mesi dopo...».

In pratica nel corso di una conversazione del 21 dicembre del 2013, intercettata dagli investigatori, l’imprenditore Angelo Restuccia (nei confronti del quale il gip distrettuale ha disposto di domiciliari nell’ambito del maxi-blitz) avrebbe fatto riferimento a una riunione avvenuta a Caroni alla presenza di Luigi Mancuso. In base a quanto emerso l’imprenditore nel fare un resoconto dell’incontro avrebbe raccontato che il “Supremo” dopo averlo preso in disparte, gli avrebbe promesso di inserirlo nei lavori che sarebbero dovuti iniziare (all’epoca comunque non furono avviati) per la costruzione del nuovo ospedale in località “Cocari”.

«Sto facendo una cosa che voglio farvi una sorpresa», avrebbe detto Mancuso a Restuccia il quale gli avrebbe risposto: «Una sorpresa... dimmi che sorpresa mi vuoi fare?». Lì per lì Luigi Mancuso non si era sbottonato più di tanto: «Poi ve la dico», ma davanti alla mancata insistenza dell’imprenditore – che gli avrebbe risposto «come vuoi tu» – il boss avrebbe aggiunto: «Va bene che ve lo dico... ci devono chiamare che gli è rimasto un coso qua... dell’ospedale a Vibo... lo dobbiamo fare noi...».

All’epoca verifiche effettuate dalla guardia di finanza su fonti aperte facevano rilevare l’esistenza del decreto della stazione unica appaltante della Regione (19 dicembre 2013) «tre giorni prima del predetto dialogo», con il quale veniva approvata l’aggiudicazione provvisoria e definitiva della procedura ristretta per l’affidamento in concessione per la costruzione e la gestione del nuovo ospedale di Vibo a un raggruppamento temporaneo di imprese (Guerrato spa-Costruzioni Procopio e Impresa Cancella).

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