Il terremoto giudiziario sugli appalti in Calabria che ieri ha coinvolto anche Oliverio e Occhiuto poteva essere ancora più violento. La Procura di Catanzaro infatti aveva richiesto nuove misure cautelari anche per il governatore Mario Oliverio e per gli altri componenti del suo “cerchio magico”. Il presidente dell'ufficio gip Antonio Battaglia ha però ridimensionato le accuse «rendendo molto sfumata la tendenza a delinquere dei soggetti indagati» e sostenendo «non attuale il pericolo di reiterazione».
Al di là del «penalmente rilevante», tutto il resto è destinato ad avere ripercussioni sulla vita politica calabrese. Per capire bastano le stesse parole del gip che stigmatizza «l'approccio tipicamente clientelare e personalistico della cosa pubblica nell'ambito di generali prassi anche illecite ormai in uso nel modo di intendere la politica».
Le frasi intercettate dagli investigatori nei colloqui tra il presidente Oliverio, l'ex deputato Adamo e alcuni dirigenti, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, danno un'immagine opaca dell'attività politica in Calabria. A partire dalle discusse dimissioni nel 2016 dei consiglieri comunali di Cosenza per far cadere l'allora sindaco Mario Occhiuto.
Nell'ordinanza è annotato un sms di Adamo al capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo: «Se riusciamo a far cadere Occhiuto dobbiamo farlo con chiarezza non deve apparire come una congiura di palazzo rischieremmo un boomerang».
Un ruolo centrale in quella vicenda lo avrebbe avuto il presidente del consiglio comunale Luca Morrone al quale, scrive il gip, Oliverio e Adamo «promettono» la poltrona di vicesindaco in caso di vittoria del candidato Lucio Presta o un posto in Regione.
In una intercettazione Adamo spiega al governatore che Morrone «giustamente è disponibile lui vuole, insomma va alla ricerca di fargli fare il vicesindaco... Se si perdono le elezioni comunali siccome lui è un manager, un ingegnere, un incarico regionale ci deve essere». Lapidaria la risposta del presidente: «Va bene, è meglio non parlarne al telefono».
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