Gino Strada, il fondatore di Emergency, potrebbe essere chiamato nelle prossime ore a mettere la sua esperienza nell’allestimento di ospedali da campo nelle aree più difficili della Terra al servizio della Calabria per risollevare la rete ospedaliera della regione e renderla in grado di fronteggiare il diffondersi del Covid.
Il suo nome ha iniziato a circolare subito dopo le dimissioni del commissario alla Sanità calabrese Saverio Cotticelli dopo essere stato proposto da esponenti del Movimento 5 stelle e dalle Sardine. E non ha perso vigore neanche dopo la nomina del neo-commissario Giuseppe Zuccatelli, nomina che ha sollevato polemiche non ancora sopite per un video che lo ritrae mentre dice che le mascherine non servono a niente. Adesso, a rendere più realistica l’ipotesi di vedere Strada a riorganizzare la rete ospedaliera calabrese, è una telefonata che il premier Giuseppe Conte ha fatto nel pomeriggio al fondatore di Emergency.
Telefonata confermata da fonti di palazzo Chigi che, però, non aggiungono altro. In ambienti politici locali è circolata anche la voce di un no da parte di Strada ( ma senza alcun riscontro ufficiale) per il quale si prospetterebbe anche un ruolo nazionale. L’ipotesi su cui starebbe ragionando il Governo è quella di affiancare Gino Strada a Zuccatelli, quindi senza sostituire quest’ultimo, affidando al fondatore di Emergency il compito di organizzare i reparti Covid e gli ospedali da campo per far fronte alla pandemia.
Ipotesi su cui non concordano né il Movimento né le Sardine. «Zuccatelli se ne deve andare» è stato il tranciante giudizio del deputato 5 Stelle Francesco Sapia, componente della Commissione Sanità. E dello stesso tenore è l'intervento di Jasmine Cristallo, portavoce nazionale ed esponente calabrese delle Sardine: «Noi siamo per Gino Strada commissario subito. Serve una risposta subito, serve competenza, serietà, coraggio, non serve l’ennesimo siparietto politico fatto di nomi, di arringhe televisive, serve una risposta subito». Un’eventualità, quella di Strada in Calabria - dove nei primi mesi del 2021 si tornerà al voto dopo la morte prematura della presidente della Regione Jole Santelli - osteggiata dal centrodestra. Il leader della Lega Matteo Salvini ha auspicato che «il prossimo commissario alla sanità calabrese sia calabrese», mentre si è detto «esterrefatto» il senatore di Fi Maurizio Gasparri secondo il quale il Governo si occupa di sanità «talmente tanto che qualcuno ipotizza di mandare in Calabria, dopo l’inadeguato Cotticelli e il lottizzato Zuccatelli, addirittura Gino Strada».
«Ma è davvero necessario andare a Kabul per trovare un manager sanitario all’altezza?» si è chiesta la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini mentre per Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, «alla 'corrida' calabrese si aggiunge ora l'ipotesi del presunto buonista di 'Emergency' Gino Strada. Della serie: avanti c'è posto». E mentre a Roma si discute della sanità calabrese, a Reggio il Consiglio regionale si è riunito per prendere atto della morte della Santelli e congedare tutti i consiglieri. Non prima di avere approvato la proposta di legge che introduce la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale avvenuta nel corso di un dibattito caratterizzato da scambi di accuse tra la maggioranza di centrodestra e l’opposizione sulla scelta della data delle elezioni e su come affrontare l’emergenza sanitaria in Calabria.
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