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Sanità, Oliverio contro il decreto Calabria: "Operazione beffarda, faremo ricorso"

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio

Un'operazione "beffarda, mortificante per le tante professionalità che operano nella sanità calabrese, propagandistica e demagogica anche a fini elettorali". E' pesante la valutazione del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio sul decreto varato ieri dal Consiglio dei Ministri riunito a Reggio in materia di sanità.

"Vista la convocazione straordinaria di un Cdm - ha detto il governatore incontrando i giornalisti - mi aspettavo provvedimenti sul lavoro, sul sostegno alle imprese e invece niente. E sulla sanità mi aspettavo provvedimenti, norme e risorse per la riqualificazione ed il potenziamento dei servizi sanitari. Tanti calabresi vanno a curarsi altrove e la Calabria paga 320 milioni di euro alle altre regioni per la mobilità sanitaria. Mi aspettavo provvedimenti per rafforzare i servizi per ottenere i quali i calabresi vanno fuori ma niente in questa direzione. Ci sono risorse che servono ad aumentare gli stipendi dei commissari, con un aumento di 50 mila euro per ognuno piu' 20 per le missioni. E' grottesco. Oltre al danno la beffa".

"Assumeremo tutte le iniziative che sono necessarie - dice ancora Oliverio - perché si rimetta al centro la sanità con i suoi problemi perché è da un anno che stiamo chiedendo a questo governo un confronto per discutere nel merito i problemi. Non stiamo facendo un problema di potere ma di merito dei problemi".

La Regione sta valutando la possibilità di un ricorso alla Consulta contro il decreto Calabria: "Nel dicembre scorso - ha aggiunto Oliverio - abbiamo già fatto un ricorso contro la nomina dei commissari ad acta per il rientro del debito sanitario. L'udienza si terrà ai primi di luglio. Abbiamo presentato una memoria articolata che parte proprio dalle motivazioni che la Consulta ha già pronunciato in occasione di un altro provvedimento in relazione ai commissariamenti che è istituto che deve essere datato nel tempo, non può durare dieci anni come in Calabria. Ieri non si è fatto altro che continuare su questa linea che a nostro avviso è anticostituzionale".

"Noi stessi - ha detto ancora il governatore della Calabria - avevamo proposto un eventuale accompagnamento, un sostegno, ma niente di tutto questo. Non è stato consentito che si facesse una sola riunione. Anzi, una riunione, una sola, è stata convocata dal ministero alla Salute, sul randagismo. E' sicuramente un problema importante ma l'unica riunione fatta con la Regione è stata sul randagismo? Vi pare una cosa seria questa?".

La sanità in Calabria, ha ribadito Oliverio, "è gestita dal Governo dal 2010 con l'istituto del commissariamento. E' vero che i direttori generali della Aziende sanitarie e ospedaliere sono nominati dalla Regione ma sono sottoposti al controllo dei commissari. Mai la mia giunta ha deliberato in materia di sanità. Un settore gestito dal governo ed è una verità inconfutabile. Anche in relazione ai problemi di malaffare e delinquenza, che sono da affrontare senza mai abbassare la guardia, ricordo che la Asp di Reggio Calabria, nell'ultimo anno era gestita dal commissario e che anche l'indebitamento dell'Azienda è in capo al commissario e quindi al governo, e non da oggi. Da parte mia nessuna forzatura in questa valutazione, purtroppo c'è la constatazione di una atteggiamento propagandistico e demagogico del Governo".

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