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'Ndrangheta, nella "Quinta Bolgia" anche bustarelle per i medici di Catanzaro

L’ospedale di Lamezia al centro dell’inchiesta Quinta Bolgia

A meno di un mese da Pasqua Pietro Putrino e i suoi collaboratori hanno un'unica preoccupazione: accontentare i medici. Siamo nel febbraio del 2016 e il tenore delle conversazioni è tanto palese che gli uomini della Guardia di finanza annotano: «È evidente come il Putrino abbia intenzione di consegnare alcune “bustarelle” contenente somme di denaro a personale medico garantendosi così la loro piena disponibilità».

L'intercettazione è riportata negli atti allegati all'inchiesta “Quinta Bolgia” condotta dalle Fiamme gialle e coordinata dalla Dda di Catanzaro. L'indagine ipotizza una commistione tra ditte in odor di 'ndrangheta, dirigenti dell'azienda sanitaria provinciale ed esponenti politici.

In pratica le ditte Putrino e Rocca avrebbero gestito il servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 in regime di monopolio, senza che l'Asp, in dieci anni, effettuasse una gara d'appalto.

L'attività della Finanza ha svelato come gli emissari delle società, ritenute vicine al clan Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte fossero riusciti a infiltrarsi nella gestione della sanità pubblica catanzarese.

In particolare l’imprenditore Putrino, così parlava in una intercettazione risalente al febbraio del 2016,  rivolgendosi a una terza persona non identificata: «Giovanni quella imbasciata l'abbiamo fatta è tutto a posto però... Oh una cosa gliela devi dire! quando ti arrivano ... nella busticella». La risposta dell’uomo è più che esplicita: «Che i dottori devono mangiare». «Che i dottori devono mangiare- ribadisce Putrino - così si devono fare le cose...».

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