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Il manicomio di Girifalco e quell’amore "vietato" che ha ispirato Cristicchi a Sanremo

Urbanisticamente l’ex manicomio di Girifalco sembra dominare la cittadina. Dalla presenza di questa struttura il territorio ha tratto benessere economico, ma non solo, perché la comunità ha saputo accogliere, dimostrando sempre una grande apertura e un grande cuore, i pazienti dell’ex manicomio. Per i girifalcesi è stata ed è tuttora del tutto naturale la contiguità con gli ospiti dell’ex ospedale psichiatrico, perché la collocazione della struttura sanitaria, in una piccola cittadina, ha favorito l’integrazione, senza traumi, dei pazienti con la comunità che li ritiene parte integrante, un aspetto caratteristico della loro peculiarità di girifalcesi. Fra i cittadini e i pazienti c’è sempre stata una singolare familiarità che salta agli occhi dei visitatori, cementata da una tradizione consolidata che ha visto l’ospedale psichiatrico di Girifalco essere fra i primi a sperimentare il metodo dell’open door, che permetteva ai pazienti meno pericolosi di uscire dalle mura della struttura.

Con la pazzia e i suoi misteri, Girifalco ha sempre convissuto, quella pazzia e quelle storie di vita nel manicomio sono state anche fonte di ispirazione artistica. E persino l’amore ha saputo farsi spazio prepotente e libero fra le anguste gabbie della malattia mentale, come testimonia la storia tenera e struggente di due pazienti Antonio e Margherita, che ha ispirato il raffinato cantautore Simone Cristicchi autore del brano “Ti regalerò una rosa”, con cui ha vinto il festival di Sanremo nel 2007 e per la quale nel 2013 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Girifalco.

Dell'ex manicomio di Girifalco si è parlato nei giorni scorsi, dopo il servizio de "Le Iene" che racconta la storia di Giuseppe "Pino" Astuto, un uomo di 61 anni rinchiuso nella struttura da bambino dove è rimasto per decenni, senza avere nessuna malattia.

Ma la follia è anche la musa ispiratrice dello scrittore girifalcese Domenico Dara, vincitore del premio Stresa 2017, che ha raggiunto la fama letteraria con due apprezzatissimi romanzi, di cui il secondo “Appunti di meccanica celeste” annovera fra i suoi protagonisti Lulù il pazzo che vaga suonando le foglie, aspettando che la madre torni ad ascoltare il suo valzer. La storia dell’ex ospedale psichiatrico ha ispirato anche lo struggente docu-film dal titolo “Sanus egredieris-Uscirai sano”, che riprende la frase che era incisa all’ingresso del vecchio manicomio. Interpretato da Antonio Marinaro e Francesca Ritrovato, per la regia di Barbara Rosanò e Valentina Pellegrino, il film è stato selezionato ai David di Donatello 2017 e ha conquistato il pubblico con la delicata sensibilità con cui ha saputo raccontare la complessità delle storie racchiuse nel manicomio, arrivando dritto al cuore.

 

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