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Interessi della 'ndrangheta in Umbria ma gli ordini arrivavano dalla Calabria: nomi e foto degli arrestati

«Se tu qua vuoi fare qualcosa di queste... ne devi parlare giù prima dopo ti permetti di muovere qua ... sennò non puoi fare niente». Basta questa frase pronunciata da Antonio Ribecco a far capire quanto stretto sia legame tra la casa madre di San Leonardo di Cutro e la ramificazione umbra.

Le inchieste “Infectio” e “Core Business” - riporta la Gazzetta del Sud in edicola -, condotte dalla polizia e coordinate dalle Dda di Reggio e Catanzaro, consentono di tracciare un importante spaccato degli equilibri criminali nel territorio crotonese dopo i numerosi arresti effettuati dagli inquirenti.

Dalle carte e dalle intercettazioni emerge non solo il ruolo di "capo sgarro" di Giovanni Trapasso ma anche l’ascesa di Alfonso Mannolo, il quale, dice Ribecco intercettato, «ha più potere degli Arena e di tutti quanti».

A confermare la presenza del clan Trapasso nel gotha della ‘ndrangheta è un’altra conversazione in cui Ribecco dice di aver accompagnato Tommaso Trapasso al santuario della Madonna di Polsi il 2 settembre» del 2018.

Nel novembre 2018, il referente della cosca Trapasso a Perugia scende a Catanzaro «in occasione dell’udienza del processo “Borderland”, laddove avrà occasione di vedere» il capoclan Tommaso Trapasso. È la conferma di un legame che risale nel tempo quando sostiene lo stesso Ribecco accompagnava Tommaso Trapasso «a portare ambasciate ai paesi vicini quali Cirò, Papanice, Petilia, Catanzaro, Reggio».

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