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Longo da oggi in Calabria: bilancio in ordine e fuori la 'ndrangheta dalla sanità

«Voglio leggere le carte attraverso i miei occhi e farmi così un’idea precisa dello stato delle cose», ama ripetere in queste ore l’ex prefetto Guido Longo a chi gli chiede conto di quali saranno le priorità del suo mandato. Oggi il neo commissario per la sanità calabrese arriverà a Catanzaro per iniziare il compito che gli è stato affidato dal governo Conte.

Parallelamente al lavoro di ricognizione su numeri e tabelle, Longo avvierà un giro di ricognizione - in lungo e in largo - tra le strutture sanitarie calabresi, compresi i 18 ospedali attualmente chiusi. «È questo il miglior modo - annuncia mentre si accinge a rimettere piede in Calabria dopo le esperienze a Reggio e Vibo - per capire su cosa e dove intervenire». Il nuovo commissario dovrà certamente avviare un’operazione di bonifica e di allontanamento degli interessi illeciti gravitanti attorno al pianeta sanità. Senza contare poi le pressioni - una costante in quasi 11 anni di commissariamento - provenienti dagli imprenditori della sanità privata.

Una recente relazione, redatta dalla Corte dei conti, fotografa in maniera impietosa lo stato di salute della sanità calabrese. Il documento rivela un dato sconcertante: è dal 2014 che in Calabria non viene prodotto un bilancio consolidato preventivo del servizio sanitario. Secondo i magistrati contabili i debiti della sanità calabrese alla fine del 2019 ammontano ad almeno un miliardo e 51 milioni: 539 euro per ogni cittadino residente, neonati compresi. Un disastro, insomma.

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