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Ricorso sull'apertura di bar e ristoranti in Calabria, il governo rinuncia alla procedura accelerata

L’avvocatura dello Stato, per conto del Governo, ha rinunciato alla procedura accelerata con la richiesta di decreto cautelare monocratico al presidente del Tar di Catanzaro nel procedimento aperto contro la Regione Calabria per l’ordinanza della presidente Jole Santelli che consente il servizio ai tavoli, se all’aperto, per bar e ristoranti.

Lo hanno annunciato i legali nel corso dell’udienza tenuta stamani. Il presidente del Tar ha quindi fissato per sabato alle 9.30 l’udienza collegiale che esaminerà il ricorso.

«L'Avvocatura dello Stato ha accolto la sollecitazione del Presidente del Tar di addivenire in tempi molto brevi ad una decisione collegiale, anche di merito, della causa, tenuto conto dell’importanza e della delicatezza dei valori in gioco. A questo fine ha accettato di rinunciare ai suoi termini a difesa, confidando nella piena fondatezza del ricorso proposto e della sussistenza dei motivi d’urgenza, così consentendo la fissazione della preannunciata udienza straordinaria del 9 maggio». Lo afferma l’Avvocatura dello Stato.

Nella nota dell’Avvocatura dello Stato, diffusa, tramite il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie è detto anche che «la decisione dell’Avvocatura è funzionale ad ottenere una decisione stabile nel più breve tempo possibile, così da potere garantire ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese una risposta certa e univoca sui tempi e le modalità della ripresa delle attività».

«Il Dipartimento per gli Affari regionali precisa che la richiesta del Governo nel ricorso e nelle successive note di replica è stata di avere un provvedimento monocratico immediato a tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini calabresi. L’Avvocatura dello Stato, a fronte della prospettata volontà del Presidente del Tar Calabria di rimettere la decisione ad un’udienza collegiale, ha rinunciato ai termini a difesa solo ed esclusivamente per avere un’udienza il prima possibile, ossia già il 9 maggio. Resta, infatti, semmai aggravata, la preoccupazione e l’esigenza di avere una pronuncia cautelare urgentissima a salvaguardia della pubblica e privata incolumità», conclude la nota del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie.

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