Una pausa di riflessione prima di affrontare le prime sfide del governo della Calabria. Dopo il trionfo delle Regionali, la neo governatrice Jole Santelli e il centrodestra tirano il fiato in attesa di aprire la seconda fase, quella delle trattative per la composizione della Giunta regionale.
In queste ore, in particolare, la neo presidente della Regione e i partiti che l’hanno sostenuta nella netta affermazione elettorale hanno optato per il silenzio, dopo la comprensibile enfasi comunicativa delle ore immediatamente successive alla schiacciante vittoria, lasciando spazio all’analisi dei risultati delle urne.
Il voto del 26 gennaio, infatti, ha anche ridisegnato gli equilibri della coalizione, evidenziando essenzialmente una «tenuta» del fronte moderato del centrodestra rispetto a quello sovranista. Forza Italia, infatti, è stato il partito più votato del centrodestra mentre la Lega, che comunque per la prima volta in Calabria entrerà in Consiglio e in Giunta, e Fratelli d’Italia sono andati bene ma non hanno sfondato, a dispetto delle previsioni della vigilia anche degli addetti al lavori.
E', questo, un dato che sicuramente che verosimilmente avrà il suo peso sul tavolo della coalizione chiamato a delineare gli assetti in Giunta secondo le indicazioni della presidente Santelli. In ogni caso, l’attenzione della politica calabrese è già proiettata ai prossimi giorni, che segneranno una serie di step - a partire dalla proclamazione degli eletti - propedeutici all’inizio ufficiale dell’undicesima legislatura regionale della Calabria.
Non mancano, ovviamente, contatti informali tra i «big» della coalizione, anche se gli analisti politici concordano nel ritenere che le trattative entreranno nel vivo nel prossimo fine settimana e dovrebbero avere inizialmente anche un livello nazionale: al centro delle trattative, la Giunta ma anche la presidenza del Consiglio regionale.
Nelle sue prime esternazioni da neo governatrice, la Santelli ha detto chiaramente che la sua Giunta avrà un tratto prevalentemente politico, con una rappresentanza garantita ai partiti che hanno contribuito al successo elettorale: in questo senso, ci sarà sicuramente una evidente «cesura» con l’ultima esperienza di governo regionale, quella a guida Pd e centrosinistra, caratterizzata dal profilo tecnico della Giunta. La Santelli, ovviamente, non ha escluso la presenza di tecnici in Giunta, purchè «bravi e competenti».
Al momento, comunque, non ci sono caselle già definitivamente assegnate, anche se non mancano le «schermaglie» all’interno del centrodestra: nei giorni precedenti il voto, a esempio, la Lega ha pubblicamente «prenotato» alcuni assessorati come l’agricoltura e il turismo, incontrando però già parecchie resistenze.
La vice presidenza alla Lega - che peraltro ufficialmente non l’aveva chiesta - non appare più così scontata come sembrava. Per la vice presidenza, poi, la neogovernatrice, essendo cosentina, dovrà anche tenere conto della provenienza geografica, un fattore sentito a queste latitudini. Tra i consiglieri leghisti, qualora la scelta ricada sul partito di Salvini, il nome che potrebbe adattarsi al ruolo è quello del consigliere comunale di Catanzaro Filippo Mancuso, molto vicino al sindaco Sergio Abramo, dato in avvicinamento alla Lega e che ha ricevuto la visita di Salvini nell’ultima tappa calabrese della campagna elettorale. La partita della vice presidenza sembra poi intrecciarsi con quella dell’assessorato all’agricoltura - settore determinante nell’economia calabrese - che Salvini ha già rivendicato in campagna elettorale senza incontrare l’entusiasmo degli alleati. Per questo incarico la Lega può vantare un nome spendibile come quello dell’ex presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro.
Sono problemi che invece, per ovvie ragioni, non avrà il centrosinistra, che si prepara a un ruolo di opposizione sotto la guida del candidato governatore Pippo Callipo e con il baricentro del Pd, che ha eletto cinque consiglieri regionali tra cui tre uscenti: lunedì, tra l’altro, i democrat e il centrosinistra avvieranno un confronto con la partecipazione del segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti.
In casa Movimento 5 Stelle, invece, il dopo Regionali ha acuito le divisioni: in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, contrario alla candidatura del docente universitario Francesco Aiello, ha reso noto di non aver votato M5s, suscitando la reazione del deputato e coordinatore della campagna elettorale Paolo Parentela, che, a Radio Radicale, ha parlato di «grave violazione» dello statuto del Movimento.
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