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Aiello e il cugino condannato per 'ndrangheta, Parentela: "Accostamento gratuito"

«Dal 2013 ad oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato alle Procure calabresi circa un migliaio di denunce, su gravi violazioni nella sanità, nel ciclo dei rifiuti e nell’amministrazione regionale, di enti pubblici e di diversi Comuni, anche sciolti per infiltrazioni grazie alle nostre battaglie. Ora si tenta di offuscare questa attività, condotta senza avere nostri consiglieri regionali in Calabria, con l’accostamento gratuito tra il candidato governatore Francesco Aiello e suo cugino Luigi, morto da 5 anni e con precedenti di mafia». Lo afferma, in una nota, il deputato Paolo Parentela, coordinatore del Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle.

«Francesco Aiello – prosegue il parlamentare M5S – non c’entra nulla con suo cugino, non l’ha frequentato, non l’ha aiutato, non l’ha protetto e non l’ha seguito. Ricordo che secondo la Costituzione la responsabilità penale è personale, e questo dovrebbero tenerlo a mente tutti, a partire dai rappresentanti istituzionali».

«Ciò precisato – continua il deputato – bisogna distinguere i fatti dalle congetture. Aiello, al quale confermiamo la nostra vicinanza e fiducia, ha un torto solo: è nemico di tutte le “piovre” e ha le competenze e la tenacia giuste per cambiare in concreto la Calabria. È inaccettabile che il Movimento 5 Stelle resti vittima di suggestioni mediatiche e che invece debba rimanere nell’ombra la coraggiosa opera di lotta che negli anni abbiamo portato avanti.

"Spesso – rimarca Parentela – la parte della stampa tende a mettere tutta la politica sullo stesso piano, come se noi fossimo uguali al centrodestra e al centrosinistra, che invece hanno avuto condannati o imputati per ‘ndrangheta e che, al contrario di noi, non hanno mai fatto una sola denuncia al procuratore Gratteri e agli altri magistrati».

«Bisogna ripristinare la verità sulla politica calabrese e dire – conclude Parentela – chi ha fatto o non ha fatto che cosa. Ieri Aiello ha denunciato un grave abuso della Regione compiuto il giorno dello scorso San Silvestro. Nessuno degli altri candidati alla presidenza regionale ha avuto il coraggio di seguirlo. In Calabria c’è un’emergenza di legalità. Noi l’affrontiamo con i fatti, gli altri ne parlano e basta. L’informazione nazionale ha il dovere di rendere chiare le diverse posizioni a riguardo».

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