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Regionali in Calabria, l'eredità (pesante) del futuro governatore

I sorrisi per il presidente della Regione che verrà eletto domenica 26 gennaio sono destinati a durare giusto lo spazio di una notte. Già, perché l'eredità che il nuovo (o la nuova) inquilino del decimo piano della Cittadella si troverà a gestire è davvero pesante. Tante le emergenze aperte e le soluzioni da trovare per scongiurare la paralisi totale. La Gazzetta del Sud ha provato a mettere in fila - e in maniera sintetica - le questioni più urgenti con cui il governatore appena scelto dai calabresi dovrà fare i conti.

Sanità
Questa forse è la madre di tutte le sfide da affrontare. Al netto dell'infinita contrapposizione tra capo della Giunta e struttura commissariale (la recente sentenza della Consulta ha eliminato l'incompatibilità tra le figure di governatore e commissario, dunque non sono da escludere novità in tal senso), le priorità della Regione saranno quelle di arrivare quanto prima al raggiungimento della sufficienza nell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (la famigerata quota 160), alla riduzione del debito e ad una contrazione della mobilità sanitaria passiva. Basti pensare che la Calabria spende ogni anno circa 320 milioni per mandare i propri cittadini a curarsi altrove. Risparmiare circa 100 milioni su questa voce di spesa, consentirebbe di raggiungere il pareggio di bilancio. Si attende poi un po' di chiarezza sul destino dei fondi stanziati per l'informatizzazione del sistema sanitario regionale.

Società partecipate
Su questo versante i nodi più delicati riguardano Sorical e Corap. Per la prima compagine, che gestisce le risorse idriche calabresi, ci sarà da decidere in maniera definitiva se puntare soltanto su risorse pubbliche o tenere ancora la porta aperta ai privati. Se fosse vera la notizia avanzata dai sindacati circa la mancata liquidità finanziaria per coprire buona parte del piano di ristrutturazione del debito per l'annualità 2019, si prefigurerebbero riflessi devastanti per il servizio e soprattutto per il futuro di 260 lavoratori diretti e di tutto il rilevante bacino dell'indotto.

Quanto al Corap, dopo l'approvazione in Consiglio regionale della legge che destina il Consorzio regionale per le attività produttive alla liquidazione coatta amministrativa e istituisce una nuova Agenzia per lo sviluppo delle aree industriali, si attende di capire quale sarà il futuro occupazionale dei circa cento dipendenti della struttura.

Lavoro
La legislatura che sta per vedere l'alba dovrebbe - si spera - essere quella risolutiva per migliaia di precari in attesa di stabilizzazione. Non solo gli ex Lsu-Lpu per i quali è possibile procedere all'assunzione grazie a una norma ad hoc inserita nell'ultima legge di Bilancio, ma anche tutto l'universo di stagisti, borsisti, tirocinanti, lavoratori del bacino ex legge 8 e 28 eccetera. I contratti a tempo determinato stipulati per centinaia di loro nelle scorse settimane rappresentano sicuramente una boccata d'ossigeno, ma non risolvono alla radice il problema del precariato.

Trasporti e infrastrutture
La prima questione da affrontare riguarda il portare a compimento la gara europea per i servizi del trasporto pubblico locale. In caso di inadempienza la normativa prevede il commissariamento da parte del governo nazionale. Il sistema dei mezzi pubblici è ancora troppo poco utilizzato, anche per un vulnus culturale, dai calabresi. Di pari passo la Regione dovrà interloquire con Roma per ricevere il necessario supporto e avviare un piano di interventi sulla viabilità interna. Sono davvero tante le strade che necessitano di lavori di ammodernamento e messa in sicurezza. L'altra nota dolente riguarda il sistema aeroportuale: vale la pena mantenere in piedi tre scali in una regione con meno di 2 milioni di abitanti? Se la risposta è affermativa allora non si possono abbandonare al proprio destino il “Tito Minniti” di Reggio e il “Sant'Anna” di Crotone.

Agricoltura
Come certificato dall'ultimo rapporto Svimez, la Calabria è l'unica realtà con un Pil negativo. Sul dato ha inciso in maniera significativa la performance negativa del settore agricolo (-12,1 per cento). La Regione, dal canto suo, in queste ultime settimane ha evidenziato con soddisfazione di aver speso tutti i soldi del Psr. Una contraddizione in termini, insomma. Come è possibile allora che si registri tale situazione?

Burocrazia
Le buone misure avviate nel corso della passata legislatura hanno perso efficacia nel corso del tempo. Il riferimento è al programma “Fitti zero” e alla rotazione del personale per evitare incrostazioni e arginare i fenomeni di corruzione. È necessario che la nuova Giunta fornisca principi chiari per ristabilire una linea gerarchica all'interno della macchina amministrativa. L'esecutivo targato Oliverio ha fatto ampio ricorso allo strumento delle “reggenze” alimentando così una situazione di confusione tra i corridoi della Cittadella.

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