Professore Francesco Aiello, questa campagna elettorale condotta a colpi di fioretto la soddisfa?
«Non partecipo a nessun gioco. Io critico la selezione dei candidati fatta dai miei avversari in corsa per la presidenza della Regione, che riflette una metodologia desueta: dare continuità a schemi di appartenenza a gruppi, famiglie e luoghi di potere».
Aiello, economista dell'Università della Calabria, sarà il portabandiera del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 26 gennaio. Indicato dai pentastellati dopo un lungo travaglio se aderire all'invito a un'intesa formulato dal Pd, è riuscito a ottenere il sì della piattaforma Rousseau non senza qualche difficoltà.
Quale elettorato intende intercettare?
«In Calabria chi vota ha già determinato l'orientamento politico, anche in termini di scelta. Esiste una quota di indecisi, che comunque votano: è a loro che mi rivolgo. La nostra azione sarà orientata a sensibilizzarli sulla qualità della proposta che noi avanziamo».
È preoccupato di non riuscire a superare la soglia di sbarramento, che in Calabria per le coalizioni è fissata all'8 per cento?
«Assolutamente no per una questione di approccio al tema: siamo così tanto determinati che ci poniamo obiettivi molto più ambiziosi, legati al tentativo di scalare la Regione. La retorica sulla soglia di sbarramento non ci interessa».
Lei sostiene di non temere per il risultato finale. E allora perché si è fatto inserire nelle liste come candidato a semplice consigliere regionale?
«Sono candidato alla presidenza per fare da traino alla proposta dei 5 Stelle e di Civica Calabria. Se mi sono messo anche in lista è per guidare meglio la coalizione, non soltanto come aspirante presidente ma anche capolista di una singola circoscrizione».
Nutre rimpianti per la mancata alleanza con il Pd e il resto del centrosinistra?
«Abbiamo lavorato moltissimo su questa potenziale intesa e io avevo un mandato: lavorare su un'alleanza civica che poteva essere allargata a chiunque avesse proposte altrettanto complementari alla nostra. La candidatura di Callipo, invece, nasce in maniera diversa, anche se il risultato è simile al nostro».
Sta dicendo che tra lei e Callipo non ci sono differenze?
«No, non voglio dire questo. Callipo è sceso in campo in maniera indipendente e poi il Pd ha deciso di sostenerlo. I gradi di libertà della lista Callipo erano molto più elevati dei nostri. Non si capisce bene perché lui non sia venuto nella nostra alleanza civica».
Teme defezioni per il voto del 26 tra i parlamentari del M5S?
«È un falso tema In questi primi giorni di campagna elettorale tutti i portavoce del M5S si stanno alternando al mio fianco. Possiamo contare su una rappresentanza di governo elevatissima».
Lei è stato promosso su Rousseau soltanto dal 53 per cento degli attivisti. Sul dato può avere inciso il caso del presunto abuso edilizio commesso a Carlopoli?
«Il dato è stato determinato dal fatto di non avere avuto il tempo di ascoltare tutti i meetup. Altrimenti credo che avrei raggiunto il 90 per cento di gradimento. Il risultato è legato al meccanismo di votazione che prevedeva una seconda votazione tra tre eletti membri della piattaforma: dunque se un potenziale attivista aveva legittime aspettative di essere prescelto come candidato alla presidenza è ovvio che poteva votare contro Aiello. Non dimentichiamoci, però, di una regola: in politica vale il 50 per cento più uno».
Non mi ha risposto sulla casa di Carlopoli...
«Mi pare che il sindaco di quel centro abbia chiuso in maniera definitiva la questione. È stata tutta una montatura che ha generato un po' di pornografia mediatica».
Da economista ha una ricetta per far ripartire la Calabria?
«Nei primi mesi vorrei dare attuazione a una proposta politica legata alla valorizzazione dei due settori che nel breve periodo possono creare sviluppo: turismo e industria agroalimentare. In una prospettiva più di medio periodo il cuore dell'azione politica regionale dovrà essere quella di dare senso, in termini di realizzazione completa, alla Zes di Gioia Tauro. In quel luogo si dovranno addensare molte attività ad alto contenuto innovativo. Ma poi penso pure a temi cari ai 5 Stelle come anticorruzione, legalità, sanità, acqua pubblica, istruzione».
Ha in mente i profili del potenziali assessori regionali?
«Sì, certo. Renderemo pubblici i nomi prima del voto. Punteremo su una squadra di governo svincolata dai centri di potere».
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