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«10 Idee per la Calabria» esclusa della regionali: "No attenuanti ma norme inique"

«Abbiamo provato a proporre una lista qualificata, aggregando le nostre forze e quelle di Europa Verde. Un tentativo in extremis per non sottrarre rappresentatività alla comunità calabrese, fronteggiando tutti gli adempimenti burocratici, alcuni da assolversi addirittura con atti notarili richiesti per gli accorpamenti. Purtroppo siamo arrivati tardi alla consegna della documentazione rispetto al termine del 28 dicembre a mezzogiorno, a causa di un atto reperito solo in tarda mattinata».

È quanto si afferma in un comunicato della lista «10 idee per la Calabria», ispirata al movimento politico omonimo, esclusa dalla competizione elettorale per l’elezione del Consiglio regionale per la mancanza del collegamento al candidato presidente Pippo Callipo.

«Oggettivamente - è scritto nel comunicato - raccogliere 6 mila firme (2 mila per circoscrizione) in appena 10 giorni non era facile. Lo avevamo denunciato come un rischio per la democrazia. Abbiamo voluto provarci lo stesso per cercare di modificare norme palesemente inique. La modulistica è stata pubblicata sul sito web della Regione il 17 dicembre e la scadenza per la raccolta fissata al 28 dicembre, in pieno periodo natalizio».

«In Emilia Romagna - proseguono - la modulistica è stata pubblicata ben 2 settimane prima e con una soglia dimezzata di firme (1000 per circoscrizione). Nell’intera legislatura precedente nessuno ha assunto l’impegno a correggere questa ed altre storture normative antidemocratiche come la soglia dell’8% per l’accesso al parlamento regionale (che penalizza le minoranze) o l’assenza della preferenza di genere nelle schede elettorali richiesta tante volte ed invano dalle donne di Calabria».

«Non ci sono attenuanti in politica, non ne chiediamo - è detto ancora pur sapendo di avere fatto tutto il possibile per non desistere dal progetto. Adesso dobbiamo impedire che personaggi attaccati alla poltrona, transfughi da uno schieramento all’altro, vecchi e nuovi volponi che non hanno prodotto nulla di concreto in anni di gestione di potere, mettano ancora piede in consiglio regionale».

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