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Regionali in Calabria, l'assemblea dei circoli del Pd chiede la ricandidatura di Oliverio

Si è svolta a Catanzaro l'Assemblea dei Circoli e degli amministratori del Pd per chiedere al segretario Nicola Zingaretti che si svolgano le primarie. Teatro Comunale gremito in ogni ordine di posti, tanto che molti di coloro che avrebbero voluto entrare sono rimasti fuori. Applausi e grida d’incitamento per il presidente della Regione, Mario Oliverio, al suo ingresso in sala.

Molte le bandiere del Pd. Sono stati centinaia i militanti, tra cui molti giovani, che hanno risposto alla chiamata degli organizzatori. Oltre 150 i circoli presenti e più di cento sindaci. Tra i partecipanti anche la deputata Enza Bruno Bossio.

«Al commissario del Pd della Calabria, Graziano - ha detto il sindaco di Torre Melissa, Giuseppe dell’Aquila, chiediamo come mai non é qui. Perché qui c'è il Pd. Non siamo qui per fare un favore a qualcuno. Mario Oliverio non ha bisogno di nulla ma é diventato un simbolo a difesa del nostro territorio e non vogliamo che le decisioni che ci riguardano vengano assunte fuori».

«L'Assemblea regionale dei segretari dei circoli e degli Amministratori locali riunita oggi al Teatro Comunale di Catanzaro, dopo un ampio confronto sulla situazione della Calabria e sulle prospettive politiche ed elettorali, svolto nel corso di queste settimane, respinge con fermezza le azioni messe in campo dal commissario regionale dello stesso Pd il quale, violando le regole statuarie, cerca di impedire ai circoli e agli organismi intermedi di discutere e contribuire alle imminenti scelte relative alla prossime scadenze politiche ed elettorali». Così il documento elaborato dall'assemblea dei circoli Pd calabresi e degli Amministratori locali.

«È in atto una campagna, assecondata anche dalle posizione espresse dal commissario del Pd, che considera la Calabria regione residuale nel panorama meridionale e nazionale, alimentando così un pregiudizio che rappresenta la nostra regione come una terra senza possibilità di riscatto. Non va consentito che la Calabria possa diventare merce di scambio nella contrattazioni politiche in corso a livello nazionale. È prioritario evitare il rischio di offrire una lettura sbagliata della realtà sociale e politica di una regione dove è in atto uno scontro tra conservazione e rinnovamento, tra assistenzialismo e sviluppo, tra trasparenza e illegalità».

«Una lettura unilaterale della realtà calabrese e una direzione burocratica dei processi decisionali da parte del commissario del Pd rischia, da una parte, di mortificare le forze che in questi anni si sono battute sul terreno del cambiamento e, dall'altra, di favorire un ritorno all'indietro riconsegnando la Calabria o alle forze che ne hanno determinato la crisi strutturale o a quelle prive di una reale cultura di governo».

Nel resoconto si evidenzia che «l'esperienza in atto del governo regionale richiede, invece, una valutazione attenta e rigorosa. Pur consapevoli degli aspetti strutturali della crisi calabrese e della sofferenza dei ceti disagiati sul terreno dell'occupazione e dei servizi, sono innegabili alcune importanti realizzazioni nel campo delle infrastrutture e della mobilità, nella valorizzazione dell'ambiente e dei beni culturali, delle opere pubbliche destinate ai comuni e agli altri enti territoriali, nella lotta al precariato, nella formazione universitaria e nel diritto allo studio, nell'innovazione e nel rinnovamento del settore agroalimentare. Un'attività svolta nella trasparenza e nella legalità, basata sul principio inderogabile della lotta alle organizzazioni mafiose e ai centri di potere che ne hanno favorito la crescita e gli affari».

«Questa assemblea è un fattore di grandissima forza democratica, da cui il Pd dovrebbe partire», ha detto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, nel suo intervento. «Nella discussione di oggi - ha esordito Oliverio - c'è tutto tranne che la volontà di 'strappare anzi c'è la volontà di unire una importante forza democratica. E nessuno è permesso di dire che chi esprime una diversa valutazione è fuori dal Pd».

Nel suo intervento, Oliverio ha criticato il commissario Graziano e il responsabile nazionale del Mezzogiorno Oddati. «Cosa ho fatto io di male, per essere oggetto di tanti turpiloqui da parte di Graziano e Oddati? A inizi di agosto hanno convocato una riunione per dichiarare, prima di tenere la riunione, che Oliverio è fuori: vi sembra una cosa normale? E quando ho chiesto di sapere la motivazione, non me ne è stata data una, anzi - ha rilevato il presidente della Regione - hanno dato un giudizio positivo sulla mia azione di governo regionale. Ho chiesto poi se c'erano alternative al mio nome, ma niente anche qui, l’importante era prima di tutto Oliverio di mezzo. È inaccettabile».

Oliverio ha quindi aggiunto: «Non ho mai anteposto la mia persona agli interessi collettivi, non ho mai detto 'o Oliverio o la morte'. Sono stato proposto da tantissimi sindaci lo scorso autunno, da tantissimi circoli, da tantissime associazioni. Non ho mai detto: 'io e bastà. Ho solo detto che si definisse un percorso, come le primarie, e che si mettessero in campo proposte, dando la parola ai calabresi. Ma niente di tutto questo. E ogni giorno il carico sempre più forte, a dire che Oliverio è fuori per dare vita a una nuova coalizione».

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