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Oliverio indagato per peculato, il M5S a Zingaretti: "Scandaloso, quando lo cacci?"

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio

«La collezione di problemi con la giustizia del governatore calabrese del Pd Mario Oliverio si arricchisce di un nuovo capitolo: il sequestro preventivo ai fini della confisca per 95.475 euro. Come se non bastassero la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione l’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, adesso il presidente della Calabria è accusato di peculato». Così il MoVimento 5 Stelle sul Blog delle Stelle sull'inchiesta che ha travolto il governatore calabrese.

«Come nel peggiore dei costumi della ‘malapolitica’, Oliverio - stando agli inquirenti - avrebbe utilizzato fondi pubblici, invece che per promuovere il turismo in Calabria, per fini di ‘propaganda’ politica in occasione di un talk show a Spoleto. Soldi di tutti i cittadini, scandalosamente impiegati per pagare alberghi e cene di gala degli invitati all’evento giornalistico, tra cui anche lo stesso governatore calabrese. La domanda che facciamo a Zingaretti è semplice, ma cruciale per il futuro di una regione martoriata come la Calabria: cosa aspetta a cacciare Oliverio dal partito? Che il suo curriculum si ‘arricchisca’ di qualche altra indagine?», si legge ancora.

Alla notizia dell'indagine immediata anche la reazione dell'eurodeputata 5 stelle, Laura Ferrara: «Le indagini faranno il loro corso ma non si può rimanere in silenzio di fronte a queste nuove e pesanti accuse anche perché si tratta di denaro pubblico, risorse destinate a far conoscere meglio il nostro territorio e non chi (mal) lo governa».

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha, invece, invitato Oliverio, anche «se comprensibilmente avvilito, per quanto gli sta succedendo, a non mollare per il bene e nell’interesse esclusivo della Calabria che degnamente rappresenta e difende. Quello che sta avvenendo in Calabria è qualcosa di gravissimo! È giunto il momento che intervenga il presidente della Repubblica, quale presidente del Csm, a tutela delle regole fondamentali di un Paese civile e di uno Stato di Diritto».

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