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Sequestro a Oliverio, spese a Spoleto per hotel e cene senza alcuna promozione

Mario Oliverio

«La registrazione video integrale dell’intervista di Paolo Mieli a Mario Oliverio, della durata di circa 40 minuti, ha consentito una analisi che esclude categoricamente una finalità diversa dalla propria promozione personale e politica ed una conseguente congruità della spesa».

Lo afferma la Procura della Repubblica di Catanzaro nel provvedimento relativo all’inchiesta sul finanziamento della Regione Calabria del Festival di Spoleto, in cui sono indagati il governatore Mario Oliverio, il presidente della società «Hdrà Spa», Mauro Luchetti, e il deputato del Pd Ferdinando Aiello.

Il sostituto procuratore titolare delle indagini, Graziella Viscomi, e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, ricostruiscono passo dopo passo l’intervista ad Oliverio, avvenuta davanti a circa 100/150 persone, evidenziando anche che il giornalista, al minuto 10 circa, «paragona il presidente della Regione al personaggio storico Gioacchino Da Fiore a conferma - scrivono - della propaganda al presidente».

Quindi, i temi affrontati sono stati quelli relativi alla decisione di Oliverio di candidarsi a governatore, i migranti, l’assemblea del Partito democratico. «In altre parole - sottolinea la Procura - a parte la figura politica di Oliverio, non vi è promozione alcuna». Non risulterebbero, invece, trasmessi al pubblico quattro contributi video di pochi minuti, in cui sarebbe stato sempre Oliverio ad essere intervistato.

In questi filmati sono stati trattati quattro temi: l’incremento delle presenze turistiche in regione (durata 1 minuto e 46 secondi), il fenomeno dei flussi migratori e dell’accoglienza (durata 2,37 minuti), discussione sul partito (durata 1,23 minuti), promozione delle bellezze naturalistiche della Calabria e delle proprie ricchezze enogastronomiche (durata 2,13 minuti).

«All’interno di quattro video della durata complessiva di meno di 10 minuti - scrive la Procura - vi sono poche parole riferite al turismo calabrese. La maggior parte del tempo viene impiegata, invece, per argomenti di natura politica». Tra le spese certificate risultano anche quelle relative al vitto e alloggio degli ospiti, tra i quali Raffaella Carrà, Ennio Fantastichini e Carlo Freccero, per un importo complessivo pari a 17.686,87 euro, ma che «non concerne la promozione turistica e non rimborsabile».

Tra le contestazioni mosse c'è anche quella dell’acquisto di 500 copie del libro di Paolo Mieli, per un importo di 6.999,99 euro che sono stati distribuiti gratuitamente al pubblico, mentre cento di esse sono state inviate dalla Regione alle biblioteche regionali. Altre spese fatturate risultano essere legate all’ufficio stampa del festival, a beneficio del format e non della Regione, quindi la cena con enogastronomia calabrese.

In quest’ultimo caso, durante la cena con uno chef della provincia di Cosenza, non sarebbe stato fatto alcun riferimento alla Calabria, salvo la spiegazione delle portate da parte dello stesso chef. «Anche la cena - scrive la Procura - si è trasformata in un contributo alle attività del format di Mieli, rappresentando un costo incompatibile con le finalità per le quali le somme regionali erano state stanziate».

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