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Vibo Valentia, è gara tra chi vuole sfiduciare il sindaco Costa

I consiglieri d'opposizione al comune di Vibo

Dimettersi o non dimettersi, questo il problema al Comune di Vibo Valentia dove, annunciate le dimissioni e votate le variazioni di bilancio, è la guerra tra gruppi di minoranza ormai ad avere la scena, con tanto di platea composta dai consiglieri di maggioranza, ai quali non è rimasto che restare a guardare. Perché a pensare a tutto, in fondo, sono state le opposizioni che continuano a fare "sopravvivere" la tanto odiata amministrazione del sindaco Elio Costa, che i numeri non li ha da tempo, mentre dall'altro lato quelli che si contano sulla "carta" sono 17 consiglieri, ossia quanto basta per chiudere l'esperienza amministrativa.

Titoli di coda? Si, forse, no ma anche nì. Perchè a palazzo "Luigi Razza" è così e di andare a casa nessuno fino ad oggi è sembrato intenzionato e lo scontro tra i gruppi di minoranza (Pd, Vibo Unica e Progressisti per Vibo) si sta consumando a colpi di annunci con... l’ultimo coupe de teatre questa mattina. Così, dopo le mozioni di sfiducia anticipate, il foglio - non protocollato - che al momento resta sul tavolo dell'ufficio di presidenza del Consiglio comunale è quello consegnato dal Partito democratico. Dopo gli attacchi e le polemiche il Pd, infatti, ha ben pensato di passare al contrattacco e consegnare la mozione di sfiducia. Primi firmatari: il capogruppo Giovanni Russo ei consiglieri Pasquale Contartese, Giuseppe Cutrullà, Stefania Ursida e Antonino Roschetti.

Una strategia per urtare le sensibilità e la voglia di primogenitura e così evitare che gli altri gruppi aderiscano? Per Russo "solo un'azione per essere coerenti, perché questa amministrazione per noi è arrivata al capolinea. Si tratta – ha spiegato – di un documento aperto a tutti e siamo disponibili anche a modifiche, proprio perché per noi è il risultato quello che conta".

Solo una provocazione, invece, per Stefano Luciano, leader di Vibo Unica, che dal canto suo ha rilanciato, invitando tutti a sedere ‪oggi pomeriggio‬ in "campo neutro" così da "firmare contestualmente e tutti con pari dignità. Non si è mai visto che si lasci un foglio su un tavolo – ha sottolineato – perché la mozione va protocollata. Noi siamo per la sfiducia e siamo aperti al dialogo ma non rincorriamo nessuno". Insomma, no ad "iniziative farsa" ma si "ad atti concreti".

Dunque, per Vibo Unica quella messa in atto dal Pd sarebbe solo una sceneggiata e di “atteggiamento ingannevole messo in atto dal Consigliere Russo, rappresenta un’azione dimostrativa priva di contenuto politico e tecnico e si appalesa come strumentale e finalizzata a creare solo confusione per la città ed anche offensiva per le altre forze politiche di opposizione” ha parlato infatti Luciano nel ribadire che “anche i consiglieri comunali di Vibo Unica hanno pronta una loro mozione di sfiducia ma, avendo letto il regolamento, sanno bene che servono ulteriori firme e, allora, poiché, a differenza del consigliere Russo, rispettano tutte le forze politiche di opposizione hanno chiesto un incontro affinché si possano contestualmente apporre le firme ad un documento che sia riconducibile a tutte le forze politiche contestualmente”. Dove e quando vedersi, quindi, la richiesta di Luciano perché “tutto il resto rappresenta una manifestazione teatrale della politica, che ha stancato francamente un po’ tutti”.

Duro ma pronto a fare un passo in avanti, invece, l'esponente dei Progressisti per Vibo, Antonio Lo Schiavo che chiama tutti alla "concretezza". È pronto a firmare anche la mozione del Pd, pur ricordando che un anno fa proprio il Pd non firmò quella presentata dal suo gruppo "perché mi si disse che queste cose si fanno congiuntamente, ma non voglio fare dietrologia e soprattutto voglio che l'obiettivo sia quello di chiudere un'esperienza amministrativa fallimentare che stanno pagando i cittadini e soprattutto voglio che si smetta con questo atteggiamento che fa perdere di credibilità davanti alla gente". Insomma, basta "annunci" anche da parte sua, "noi come dicevamo già un anno fa siamo pronti a firmare, ci sono quattro firme su cui garantisco, quello che mi chiedo se aldilà delle provocazioni gli altri siano nelle stesse condizioni e siano in grado di andare fino in fondo". In tal senso, ha ricordato che “servono 13 firme e un voto in Aula e a quel punto io chiederò che si voti per appello nominale così che ognuno si assuma le sue responsabilità. Noi - ha ribadito - ci siamo ma non siamo più disponibili a figuracce perché c’è chi non ha neanche contezza del suo gruppo”. Una sola la richiesta: “che la mozione abbia tutti i capigruppo come firmatari” ad iniziare dai Progressisti.

Ergo, è l’ora della verità: oggi si riuniranno? Domani - o, chissà, meglio di lunedì - sarà un altro giorno? Tra cinque minuti tutto sarà dimenticato? Firmeranno o in scena sta andando solo un nuovo atto della tragicommedia Vibonese, dove si cambia affinché non cambi nulla? Tante domande mentre la città lentamente sprofonda sotto il peso del dissesto e del degrado. Ma questa è un’altra storia, non riguarda il palazzo...

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