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Scuole aperte a Cosenza, Catanzaro, Corigliano, Crotone, Lamezia Terme e Rende

Il presidente Marcello Manna: inutili ordinanze contro legge.

Marcello Manna

Spaccato il fronte dei sindaci delle principali città della Calabria sull'eventuale proroga della chiusura delle scuole a causa dell’aumento dei contagi Covid. Mentre il primo cittadino facente funzioni di Reggio, Paolo Brunetti, ha disposto che la chiusura degli istituti si prolunghi fino al 15, i primi cittadini di Catanzaro (Sergio Abramo), Cosenza (Franz Caruso) e Crotone (Vincenzo Voce) hanno reso noto che non emetteranno alcuna ordinanza di sospensione «che modifichi l’assetto stabilito dal Governo e che è in vigore in tutta Italia». Analoga decisione è stata presa dai sindaci di Corigliano Rossano (terza città per popolazione della Calabria, dopo Reggio e Catanzaro), Flavio Stasi; Lamezia Terme (Paolo Mascaro) e Rende (Marcello Manna).

Per quanto riguarda, invece, Vibo Valentia, il sindaco, Maria Limardo, ha disposto la chiusura degli asili e delle scuole fino al 12 ma non per il Covid bensì per la mancanza d’acqua a causa del danneggiamento di una condotta provocato da una frana. "A seguito delle dichiarazioni del Presidente della Giunta della Calabria Roberto Occhiuto e della mancanza di una linea univoca dettata a livello regionale - affermano in una nota i cinque sindaci che hanno adottato la stessa posizione - abbiamo avvertito l’esigenza di riunirci per aprire un confronto e condividere una linea comune rispetto ad un argomento tanto importante. Tale esigenza è motivata soprattutto dall’impatto che le ordinanze di sospensione della didattica in presenza hanno avuto ed avrebbero nei comuni più grandi, laddove insiste una più ampia gamma di scuole sia in termini quantitativi che di tipologie, e quindi nel massimo rispetto di tutti i colleghi che, a prescindere dalla latitudine e dalla demografia, hanno già emanato provvedimenti in tal senso. Il decreto n.1 del 7 gennaio, oltre a confermare come la sospensione generale della didattica in presenza sia contemplata esclusivamente in zona rossa (la Calabria fortunatamente in questa fase resta in zona gialla), emana direttive precise rispetto proprio alla gestione della didattica.

Alla luce di queste disposizioni e delle esperienze pregresse anche recenti, è evidente, peraltro, come alla luce di un eventuale ricorso al Tar da parte di qualsiasi cittadino in disaccordo con l’eventuale decisione, produrrebbe l'immediata sospensione da parte del giudice amministrativo senza neanche offrire alle Amministrazioni la possibilità di contraddittorio». "Per tale ragione - aggiungono i sindaci - abbiamo deciso, in questa prima fase successiva alle festività natalizie, di riaprire le scuole il 10 gennaio. Ovviamente, tale decisione condivisa, certamente difficile quando si tratta di didattica in relazione all’emergenza pandemica, sarà costantemente valutata sulla base dei dati forniti dalle Aziende sanitarie provinciali e dell’evoluzione quotidiana della curva pandemica. A tale scopo è stato già fissato per mercoledì prossimo un nuovo tavolo di confronto».

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