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Calabria, “zona gialla” congelata?

Il ministro Speranza rinvia la decisione sulle indicazioni provenienti dalla Cabina di regia che bocciano la regione. Lunedì l’eventuale cambio di fascia in concomitanza con l’inizio delle lezioni e la presenza di Mattarella

La Calabria stremata, inaridita, sfiancata dalla quotidiana pressione del virus sui suoi ospedali, rischia di ritrovare l’inciampo delle restrizioni dopo un’estate senza regole in ammollo nella zona bianca. Da lunedì la regione potrebbe ripartire dai limiti (comunque morbidi) della fascia gialla che prevedono il cambiamento di poche abitudini per provare a tenere chiuse quelle vene principali che nutrono il virus. Resteremo liberi di uscire anche di notte (il coprifuoco è stato definitivamente abbandonato a giugno), di passeggiare, di spostarci senza l’incubo dei confini geografici ma sarà necessaria la rigorosa applicazione del nuovo galateo sociale ricordandosi che le mascherine diventerebbero obbligatorie anche all’aperto.

Monitoraggio La Cabina di regia si è affacciata su indicatori decisionali aggiornati al 14 settembre con un dato di incidenza cumulativa di 84,8 casi settimanali per 100mila abitanti e, soprattutto, con aree mediche al 17,4% di occupazione e terapie intensive al 10,7%. Tutti gli indici oltre la soglia di rischio, uno scenario matematico che renderebbe inevitabile il passaggio nella zona delle restrizioni più blanda, quella caratterizzata dalla tonalità gialla, appunto. Ma il ministro Roberto Speranza non ha deciso. Si è preso altro tempo prima di firmare l’eventuale ordinanza. Anche perché, i dati dei posti letto disponibili che la Regione comunica al Ministero non sono pubblici ed è possibile un eventuale “aggiustamento” del dato contabile (in fondo, non sarebbe la prima volta).

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