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'Ndrangheta, arrestato in Brasile il boss Rocco Morabito: trasferito in località segreta

Il superlatitante della 'ndrangheta, Rocco Morabito, detto ‘u tamungaè stato catturato in Brasile in una operazione effettuata dai Ros con polizia, Interpol e polizia federale brasiliana. Rocco Morabito, latitante dal 2017 quando era evaso da un carcere uruguayano, era il numero due della lista del Ministero dell’Interno dei più ricercati dopo Matteo Messina Denaro.

Morabito appartiene invece alla 'ndrangheta: è considerato il punto di riferimento della cosca di Africo, il paese della fascia jonica reggina che fa parte del triangolo di fuoco con Bovalino e San Luca. Nato nel 1966 e parente del famigerato boss Peppe "Tiradriddo" Morabito, su di lui pesano le accuse di associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti e altri gravi reati: è considerato il re del traffico di cocaina che ha invaso la Lombardia.

I carabinieri del Ros erano sulle sue tracce dal 2019, quando Morabito era riuscito a evadere insieme ad altri tre detenuti dalla terrazza del carcere "Central" di Montevideo, in Uruguay, forse grazie all'aiuto di membri dei Bellocco residenti tra Buenos Aires e Montevideo. Gli investigatori hanno seguito le sue tracce lungo tutto il Sudamerica, fino a riuscire a catturarlo a San Paolo, dove è stato arrestato insieme a Vincenzo Pasquino.

Dopo 23 anni di latitanza, era stato catturato a Montevideo il 4 settembre 2017 in un'operazione eseguita dalla polizia uruguagia insieme a un esperto per la Sicurezza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Buenos Aires. Lo hanno trovato a Joao Pessoa, capitale dello stato brasiliano di Paraiba. Secondo le prime informazioni, i carabinieri del Ros e dei comandi di Reggio Calabria e Torino l'hanno catturato insieme a un altro latitante, Vincenzo Pasquino.

Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino, i due latitanti arrestati ieri, alle ore 20 italiane, in un’abitazione nel nord del Brasile, sono in fase di trasferimento, con un volo militare, da San Paolo a Brasilia. Lo ha rivelato il comandante del secondo reparto investigativo del Ros, Massimiliano D’Angelantonio, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dell’operazione.

Rocco Morabito è stato trasferito dalla polizia federale brasiliana in una località segreta. Il narcotrafficante calabrese, arrestato ieri in Brasile, è stato condotto all’aeroporto Castro Pinto di Joao Pessoa, capitale dello stato di Paraiba, a bordo di un suv bianco scortato da tre suv neri ed è stato fatto imbarcare in un aereo della polizia federale. Il luogo dove è stato trasferito Morabito «non sarà reso noto per la sicurezza del detenuto», hanno detto fonti del ministero della Giustizia.

 

Il comunicato dell'arresto di Rocco Morabito

«L'attività svolta in sinergia tra i reparti dell’Arma e il collaterale brasiliano, con il supporto dell’Fbi e della Dea statunitense è stata coordinata dalle procure distrettuali di Reggio Calabria e di Torino. Le complesse attività svolte in Sud America sono state inoltre agevolate dalla direzione generale per la cooperazione giudiziaria internazionale del ministero della giustizia italiano e dal dipartimento di giustizia statunitense», si legge nella nota. «Rilevante è stato il contributo informativo delle autorità uruguaiane. Morabito Rocco era infatti evaso dal carcere di Montevideo nel 2019 nel quale era ristretto dal 2017, quando fu arrestato dai carabinieri e dalla polizia uruguaiana a Punta dell’Este». I dettagli dell’operazione saranno resi noti domani 25 maggio nel corso di una conferenza stampa, conclude il comunicato.

Le reazioni. Il ministro Guerini: “Operazione brillante, frutto di un lavoro incessante”

«L'arresto in Brasile del boss Rocco Morabito al termine di un’operazione complessa di Carabinieri, Polizia, Interpol, Dea, Fbi statunitense e investigatori brasiliani è un duro colpo alla 'ndrangheta. La lotta contro le mafie e l’illegalità è una priorità, congratulazioni alla Magistratura e all’Arma dei Carabinieri e alle Forze di Polizia»: così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in una nota ha commentato l’arresto, avvenuto nella giornata di ieri, del boss tra i dieci criminali più ricercati al mondo. Latitante dal 2017, quando era evaso da un carcere in Uruguay, dove si trovava in attesa di essere estradato, è stato arrestato insieme al narcotrafficante Vincenzo Pasquino, si legge nel comunicato del ministero. «Il successo di questa brillante operazione è la prova dell’incessante lavoro, in Italia e in complesse attività investigative internazionali, svolto silenziosamente dalle nostre forze di polizia, sempre al servizio dei cittadini», ha commentato Guerini gli arresti condotti dai Carabinieri del Ros in collaborazione anche con gli uomini dei comandi provinciali di Torino e Reggio Calabria.

Sforzo... internazionale

«Un grande lavoro di squadra». C'è grande soddisfazione tra gli inquirenti dopo la cattura, in Brasile, del latitante Rocco Morabito, 55 anni, originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria, esponente di primissimo piano della 'ndrangheta ed inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, al secondo posto dopo l’indiscusso capo di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Dopo la spettacolare evasione da un carcere in Uruguay nel 2019 - secondo quanto apprende - le indagini sono andate avanti in modo serrato, con una cooperazione internazionale, fino alla cattura del latitante Morabito, bloccato nella stanza di un hotel in compagnia di un altro latitante, Vincenzo Pasquino, esponente dei clan in Piemonte.

Operazione in sinergia tra Fbi, Dea e Procure di Reggio Calabria e Torino

«L'attività svolta in sinergia tra i reparti dell’Arma e il collaterale brasiliano, con il supporto dell’Fbi e della Dea statunitense - si sottolinea in una nota degli inquirenti - è stata coordinata dalle procure distrettuali di Reggio Calabria e di Torino. Le complesse attività svolte in Sud America sono state inoltre agevolate dalla direzione generale per la cooperazione giudiziaria internazionale del ministero della giustizia italiano e dal dipartimento di giustizia statunitense. Rilevante è stato il contributo informativo delle autorità uruguaiane. Rocco Morabito era infatti evaso dal carcere di Montevideo nel 2019 nel quale era ristretto dal 2017, quando fu arrestato dai carabinieri e dalla polizia uruguaiana a Punta dell’Este». I dettagli dell’operazione saranno resi noti nella giornata di oggi nel corso di una conferenza stampa. (AGI)

Spirlì soddisfatto: “Questa regione non è il dominio dell'antistato”

«Complimenti alle procure distrettuali e alle forze di polizia nazionali e straniere che hanno messo a segno la cattura del narcoboss Rocco Morabito. La Calabria bella, onesta, pulita e operosa non può che celebrare questo arresto e stringersi compatta alle istituzioni della nostra Repubblica. Questa regione non è il dominio dell’antistato, non è il regno dei Morabito, dei Mancuso o dei Grande Aracri: è la terra in cui i cittadini sono costretti a lottare con più forza per l’affermazione della legalità; ed è la terra che, giorno dopo giorno, sacrificio dopo sacrificio, sta fornendo all’Italia e al mondo il vaccino contro quel maledetto virus chiamato ‘ndrangheta».

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