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Emergenza rifiuti in Calabria, si valuta l'ipotesi di esportare altri quantitativi al Nord

rifiuti in calabria

La Calabria annaspa sotto il peso dei rifiuti. È un'emergenza senza fine quella che si vive in questo settore, tale da rendere inevitabile un nuovo provvedimento d'urgenza. Ai piani alti della Cittadella, infatti, non viene esclusa l'ipotesi di indire presto una nuova gara per individuare società fuori dalla Calabria disposte ad accogliere la spazzatura prodotta tra il Pollino e lo Stretto. Nelle discariche pubbliche di questa regione non ci sono attualmente spazi disponibili per accogliere gli scarti prodotti negli impianti di trattamento e così l'unica strada - nonostante il nuovo utilizzo del sito privato di proprietà della Sovreco, a Crotone - resterebbe quella di aumentare il quantitativo di rifiuti da esportare fuori dai confini calabresi. Attualmente circa 300 tonnellate al giorno viaggiano in direzione di Emilia Romagna e Lombardia, rispettivamente sedi delle due società che hanno dato il loro assenso a ricevere gli scarti calabresi. Ma per evitare ogni tipo di criticità, soprattutto nella fase centrale di agosto caratterizzata da una maggiore presenza di turisti sul territorio, si starebbe pensando a incrementare tale quota, arrivando così a circa 500 tonnellate di rifiuti da caricare ogni giorno sui tir in partenza verso il Nord.

Si tratta di un'ipotesi su cui è in corso un approfondito confronto tra i vertici politici e amministrativi della Regione perché vanno valutati vantaggi e conseguenze di un'operazione di questo tipo. L'obiettivo è infatti duplice: da un lato scongiurare ogni tipo di situazione di rischio dal punto di vista ambientale e sanitario, dall'altro evitare di alimentare tensioni e contrapposizioni con i territori che dovrebbero accogliere la spazzatura prodotta in Calabria. C'è poi l'aspetto economico che riveste un'importanza non secondaria. Trasportare i rifiuti fuori dai propri confini ha un costo elevato. E anche se la Regione si è sostituita ai Comuni in questo periodo per il pagamento del servizio, ciò non significa che tra non molto le singole amministrazioni locali dovranno restituire quanto è stato anticipato. La situazione è delicata anche a causa della fragilità economica in cui versa la quasi totalità degli enti locali calabresi, peraltro incapaci di riscuotere con percentuali soddisfacenti la Tari.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria

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