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'Ndrangheta in Emilia, chiesti 264 anni di carcere per 47 affiliati del clan Grande Aracri

Complessivamente 264 anni di reclusione in abbreviato per 47 persone, con pene fino a 20 anni. Sono le richieste di condanna formulate - nell’aula bunker del carcere bolognese della Dozza - dalla pm della Dda, Beatrice Ronchi al termine della requisitoria nel processo 'Grimilde' contro la 'ndrangheta e che riguarda in particolare «le vicende riconducibili alla famiglia Grande Aracri di Brescello, le cui attività illecite, radicate nel campo economico e non solo, si sono snodate per più di un decennio» per usare le parole scritte nell’ordinanza dal gip Alberto Ziroldi.

Sono 20 gli anni richiesti per Salvatore Grande Aracri (oltre alla confisca di quanto già sequestrato) - figlio di Francesco fratello di Nicolino ritenuto il boss della cosca di Cutro - accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e la sorella Rosita (chiesti per lei 3 anni e 6 mesi).

Per Giuseppe Caruso - ex presidente del Consiglio Comunale di Piacenza tra le fila di Fratelli d’Italia nonché all’epoca dei fatti contestati funzionario dell’agenzia delle dogane, ruolo col quale avrebbe aiutato la criminalità organizzata - chiesti 15 anni e 10 mesi. Pene severe richieste anche per Claudio Bologna (15 anni) e Francesco Muto classe '67 (14 anni e 6 mesi), Domenico Spagnolo e Giuseppe Strangio (per entrambi 14 anni e 4 mesi) ritenuti fedeli esponenti dei Grande Aracri.

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