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Postazioni per il Coronavirus a Reggio, corsa contro il tempo per allestirle ma servono medici

A Locri e Polistena più posti di rianimazione Gioia e Melito sedi della terapia subintensiva

Tenda per il triage all'ospedale di Reggio Calabria

Nessuna zona della città metropolitana di Reggio Calabria è lasciata fuori dalla gestione delle emergenze legate al coronavirus.

È passata la linea della commissione straordinaria dell’Azienda sanitaria provinciale, studiata a tavolino dal direttore sanitario Antonio Bray, sulla necessità di potenziare tutte le strutture sanitarie del territorio anche al fine di decongestionare gli accessi al Grande Ospedale Metropolitano che è punto di riferimento e terminale per la prima verifica dei casi sospetti di infezione da coronavirus.

Un ospedale spoke, Locri, e un ospedale generale, Gioia Tauro, sono centri di riferimento per la gestione territoriale del Covid-19 in regime di semi-intensiva. Le misure adottate consentiranno di avere oltre 30 posti di rianimazione. A Polistena se ne aggiungeranno 4 in più rispetto ai 9 disponibili; altri 10 nel presidio Locrideo (ma da subito ne saranno attivati 5 e altri 5 verranno ricavati dalla chirurgia).

Per fare in modo di rendere operative queste postazioni, però, servono i medici... oltre agli strumenti. Per questo si attende con ansia la risposta all’avviso straordinario della Regione finalizzato al reclutamento di 770 unità da collocare nei reparti e nelle zone Covid-19.

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