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Anm in Calabria dopo gli scandali, la vicepresidente Salvadori: «Singoli episodi, il nostro è un corpo sano»

Alessandra Salvadori

La giunta esecutiva dell'Associazione Nazionale Magistrati sarà nel distretto di Catanzaro domani e mercoledì per presentare l'iniziativa avviata con la Corte Costituzionale e incontrare i togati che operano nel capoluogo di regione e nelle sedi giudiziarie di Cosenza, Crotone, Paola, Castrovillari e Lamezia Terme.

La Calabria è stata investita dallo scandalo del giudice Marco Petrini percettore di tangenti e, adesso, reo confesso. Una scandalo senza precedenti con l'ormai ex presidente dell'Assise sorpreso a contare i soldi di una “mazzetta” nel suo ufficio. Oggi, proprio per questo, arriverà pure la Prima commissione del Csm per compiere una serie di audizioni. L'attenzione nazionale del mondo delle toghe sembra dunque essersi concentrato sulla nostra regione. La giunta esecutiva dell'Anm sarà guidata dal vicepresidente Alessandra Salvadori alla quale abbiamo posto alcune domande.

Perché l'Anm decide di venire in Calabria in questo momento storico?

«La nostra presenza in Calabria non è il frutto estemporaneo degli ultimi fatti di cronaca. L'iniziativa era stata programmata da tempo. Volevamo incontrare i magistrati calabresi, come abbiamo già fatto con i colleghi siciliani e pugliesi. Per dare una dimostrazione concreta della vicinanza degli organi centrali dell'Anm e per poter confrontarci con loro. Ritagliare tempo per le trasferte per noi della Giunta esecutiva centrale non è agevole perché continuiamo a svolgere il nostro lavoro, senza esoneri o sgravi di alcun tipo. Non potendo visitare tutti gli uffici giudiziari, abbiamo dovuto necessariamente restringere la nostra scelta tra quelli maggiormente significativi per operare in condizioni estreme e che, nonostante le tante difficoltà, testimoniano impegno, rappresentando insostituibili presidii di legalità».

Magistrati arrestati per corruzione altri trasferiti dalla commissione disciplinare del Csm: che succede?

«Senza entrare nel merito delle vicende, il cui giudizio compete ad altra sede, è comunque importante sottolineare che la magistratura sottopone ad indagine e processa i colleghi che hanno sbagliato. Ed è altrettanto importante evidenziare che si tratta di singoli e sporadici episodi. Ciò dimostra che la Magistratura nel suo complesso è sana, in grado di fare pulizia al proprio interno e di avere la capacità e l'integrità di svolgere il proprio compito verso chiunque, senza sconti e senza timori».

Incontrerete i magistrati di Catanzaro per dir loro cosa?

«Più che parlare, vogliamo ascoltare. Riteniamo importante che tutti i colleghi possano prendere parte all'attività associativa. Sappiamo bene che da alcuni territori risulta più difficile partecipare. Speriamo, quindi, che questo incontro sia per loro un'occasione di fornire un contributo che siamo certi sarà arricchente e importante».

A Catanzaro l'iniziativa con la Corte Costituzionale e la Cartabia, di cosa si tratta?

«È un'iniziativa eccezionale nel corso della quale è prevista la proiezione del docufilm “Viaggio in Italia: la Corte Costituzionale nelle carceri” che documenta la visita della Corte Costituzionale in sette Istituti penitenziari italiani: Rebibbia a Roma, San Vittore a Milano, il carcere minorile di Nisida, Sollicciano a Firenze, Marassi a Genova, Terni, Lecce sezione femminile. Si tratta di un inedito: il giudice delle leggi che non solo esce dal Palazzo della Consulta per incontrare le persone, ma che addirittura si reca proprio nei luoghi più difficili, quelli in cui i principi fondamentali hanno maggiori difficoltà di attuazione concreta. Alla proiezione parteciperà la presidente della Corte Costituzionale Prof. Marta Cartabia, che, unitamente al prof. Ruotolo, compirà le riflessioni successive al film e risponderà alle domande di magistrati, cittadini, studenti».

Andiamo alla strettissima attualità politica e giudiziaria: qual è il vostro parere sulla riforma della prescrizione?

«Ritengo che si sia parlato troppo della prescrizione e troppo poco dei problemi reali. La vera questione che pone la modifica della prescrizione riguarda i prevedibili effetti pratici che conseguiranno all'avere eliminato una anomala modalità di smaltimento dei processi. Occorre, pertanto, che finalmente il legislatore abbia il coraggio e la volontà di affrontare in modo organico una riforma del sistema penale, che consenta di definire i processi entro un tempo ragionevole. È altresì necessario che si preveda un congruo investimento di mezzi e risorse, mentre, purtroppo, ci siamo ormai abituati alle riforme a costo zero. Ciascuno deve fare il proprio dovere. Senza adeguate riforme e investimenti, sa di mera propaganda l'indicazione per legge dei tempi del processo e la irricevibile ipotesi di sanzionare i magistrati che non li rispettino».

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