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Sanità in Calabria, disavanzo esplosivo: al "Mater Domini" una manager non condivisa

Il dipartimento Tutela della Salute della Regione sta valutando se impugnare il verbale del tavolo di verifica - il cosiddetto Tavolo Adduce - che certifica il disavanzo della sanità calabrese.

Dal verbale, notificato venerdì scorso alla Regione e alla struttura commissariale Cotticelli-Schael, sono derivati con decorrenza immediata il blocco automatico delle assunzioni e l'aumento delle aliquote fiscali, entrambi causati dallo sforamento del disavanzo della sanità calabrese, che nel 2018 ha superato di quasi settanta milioni il limite coperto dalle entrate fiscali.

Secondo l'Ente, infatti, lo sforamento non sarebbe quello attestato dal Tavolo. Ma a rendere ancora incerta l'eventuale impugnazione è il sospetto (per alcuni una certezza) che il consuntivo finale 2018 oggetto di verifica al tavolo di luglio sia peggiore di quello che adesso verrebbe (inutilmente) contestato. Infatti ogni giorno stanno emergendo sopravvenienze passive pregresse , che danno la misura di quanto il “caos Calabria” sia smisuratamente grave.

Intanto tutti i soggetti i cui concorsi superati vittoriosamente sono stati “congelati” dal blocco delle assunzioni, sperano che il Decreto Calabria, che contiene l'ormai famoso emendamento “sblocca assunzioni”, sia approvato alla svelta, visto che se si arrivasse al primo luglio senza esito il provvedimento decadrebbe e con esso l'emendamento “salva concorsi”.

Sulle nomine dei nuovi commissari delle aziende ospedaliere il presidente Mario Oliverio non intende neanche prendere in considerazione l'ipotesi di condividere i nominativi a lui trasmessi la settimana scorsa, tra i nomi c'è quello della manager che dovrebbe dirigere l'unica azienda a guida mista (Università e Regione) della Calabria: il policlinico Mater Domini. Si tratta di Isabella Mastrobuono, 62 anni, ex dg dell'Asl di Frosinone e docente alla Luiss di Roma. Per legge questa nomina dovrà avere l'assenso del Rettore. Sembra che la richiesta preventiva da parte della struttura commissariale ancora non abbia avuto luogo proprio perché il decreto Calabria, che legittima i nuovi “nominanti” (non più la Regione ma i commissari ad acta e il Governo) ancora è sub iudice in Parlamento.

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