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Preferenza di genere, vernice rossa a Palazzo Campanella: collettivo femminista rivendica

Oggi il Consiglio regionale della Calabria deve votare l’introduzione del voto di preferenza genere per le prossime elezioni.

E questa mattina alcuni hanno gettato vernice rossa è un manichino di donna all’ingresso di Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria.

Sul posto è giunta una pattuglia della polizia mentre sono state ripulite le scale all’ingresso del palazzo.

Ad agire sarebbero state due persone incappucciate. Un'azione fulminea che non ha dato il tempo alle guardie giurate in servizio all'ingresso del palazzo di intervenire. Pochi secondi per portare a termine quello che sembra un gesto dimostrativo.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos della Questura di Reggio Calabria. Nessuna traccia, al momento, dei due responsabili, molto probabilmente un uomo e una donna secondo le indicazioni fornite dagli addetti alla vigilanza in servizio nell'edificio.

L'azione è stata rivendicata dal collettivo “Fem.in Cosentine in lotta” con un comunicato: "Consiglio regionale della Calabria. Oggi la discussione della proposta di legge sulla doppia preferenza di genere torna nel consiglio regionale calabrese, il quale si distingue per registrare la presenza di una donna soltanto. La vera discussione, quella che si protrae da anni, si articola in maniera sempre più esplicita nella direzione della campagna elettorale. Il dibattito è viziato dagli interessi partitici e personali dei consiglieri, i quali conferiscono a questa legge un significato strumentale al mantenimento dei loro ruoli di potere e di controllo. Si perde così, tra un commento sessista e l'altro, l'urgenza di quella che dovrebbe essere una discussione sulle cause dell'evidente disparità di genere in Calabria. Il problema sicuramente non si riflette solamente sul numero di cariche pubbliche affidate alle donne: il sistema patriarcale, determina l'oppressione e la discriminazione di genere in ogni ambito sociale e culturale. Questa è la violenza di genere perpetrata dalle istituzioni, la stessa violenza che ci incatena e ci uccide. Per questo motivo oggi abbiamo deciso di lasciare un chiaro segno della nostra rabbia davanti alla sede del Consiglio Regionale. Sul manichino, simbolo di ogni donna, grava il peso della politica misogina che caratterizza le nostre istituzioni e della violenza istituzionale che porta a ridurre i temi di genere a mera campagna elettorale. Noi donne pretendiamo che si discuta seriamente e aldilà di giochetti politici e conflitti strumentali delle questioni di genere che affliggono la nostra regione".

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