I contenuti della lettera recentemente spedita a Nicodemo Gentile, legale della famiglia di Maria Chindamo, l'imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello scomparsa quasi tre anni fa in contrada “Montalto” di Limbadi, rilanciano indagini e ricerche facendo ritenere vicina la soluzione del misterioso caso.
Nuovi spunti, circostanze specifiche e dettagliate, movente ben definito, luoghi indicati con chiarezza. Chi mette nero su bianco «è persona che conosce bene l'ambiente che ruotava attorno a Maria - sostiene il fratello Vincenzo - è qualcuno che è vicino alla famiglia o è vicino agli assassini».
Vincenzo, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, è ormai convinto che sua sorella abbia pagato con la vita la sua voglia di ribellarsi e di non chiudersi in se stessa dopo la morte del marito scommettendo su una nuova vita e su nuovi sentimenti.
Per certo, la lettera infrange il muro d'omertà e chi scrive non sembra essere né millantatore né un mitomane. Piuttosto dà l'impressione di volersi liberare di un peso di coscienza mettendo la magistratura nelle condizioni di chiudere il cerchio.
I familiari sono convinti che la donna sia stata vittima di un'assurda vendetta.
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