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'Ndrangheta nella sanità calabrese, Commissione d'accesso antimafia all'Asp di Catanzaro

L'Asp di Catanzaro

La Commissione d'accesso antimafia si è insediata stamattina all'Asp di Catanzaro.

I commissari inviati dal Prefetto su delega del Ministro dell'Interno sono due colonnelli e un vice prefetto.

L'accesso antimafia sembra collegato all'ultima clamorosa inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata Quinta Bolgia che ipotizza rapporti tra alcuni vertici dell'Azienda sanitaria provinciale e le cosche lametine.

Già all'indomani dell'operazione “Quinta Bolgia”, che ha portato agli arresti domiciliari buona parte dei dirigenti dell'azienda sanitaria provinciale, il procuratore Nicola Gratteri e il sostituto Elio Romano avevano trasmesso, come da prassi quando sono coinvolti esponenti della pubblica amministrazione, gli atti al prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino per le valutazioni di competenza.

Due delle cinque aziende sanitarie della Calabria si trovano ora con una commissione prefettizia inviata per valutare possibili infiltrazioni criminali nella gestione dei servizi e degli appalti. E' già accaduto all'Asp di Reggio Calabria, in quel caso la commissione venne inviata dal prefetto Michele Di Bari dopo il caso dei pagamenti degli stipendi a dipendenti condannati in via definitiva.

Il quadro dell'Asp di Catanzaro emerso dall'inchiesta Quinta bolgia apre scenari altrettanto allarmanti.

Solo negli ultimi cinque anni un milione e 616 mila euro spesi per il servizio sostitutivo delle ambulanze sarebbero finite nelle casse di ditte in odor di mafia, una delle quali, di Pietro Putrino, già raggiunta da interdittiva antimafia.

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