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La triste sorte degli scavi di Sibari finiti sotto mezzo metro d'acqua

Le nuove piogge cadute copiosamente in settimana hanno rinverdito nella memoria i tempi nefasti vissuti nel gennaio del 2013 quando l’esondazione del fiume Crati ricoprì di fango gli scavi di Sibari.

A meno di un anno dalla riapertura del Parco archeologico rimesso a nuovo a suon di milioni di euro, però, i monumenti dell’antica Sybaris, città magnogreca fondata nel 720 a.C, custoditi nel Parco del Cavallo, il secondo sito per dimensione e importanza archeologica di tutto il Sud Italia dopo Pompei, sono finiti di nuovo sotto mezzo metro d’acqua.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione Calabria.

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