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Serie B: il derby Cosenza - Crotone, questione di battiti

Il derby è tutta una questione di ritmo cardiaco.
Ci sono battiti e battiti, pulsazioni più o meno accelerate a seconda del momento, della posta in palio, della gara.
Ecco, il derby non è una gara come tutte le altre. E su questo non ci piove, non c’è retorica che tenga, perché anche solo raccontare di averlo giocato, un derby, distingue da tutti gli altri. Si va ben oltre il campanilismo, è una questione epidermica, emozionale e, perché no, cromatica.
Raramente i colori combaciano in un match del genere, ma uno dei rari casi italiani è rappresentato da Cosenza-Crotone. Il “derby” di Calabria negli ultimi anni, prima che tornassero in cadetteria anche i cugini amaranto – che quelli si fa presto a distinguerli perché di colori sociali ne sfoggiano altri. Cosenza-Crotone, dicevamo.
Una gara tra tifoserie gemellate e società divise sull’altare del business della spazzatura (Guarascio e Vrenna, infatti, sono colleghi/contendenti anche in questo settore). Storia di una partita che, nel nuovo millennio, ha rappresentato un tabù per i pitagorici e una garanzia di soddisfazioni per i “lupi” della Sila.

Di colpo, il trend in terra bruzia si è invertito (o quasi) negli ultimi anni e dall’altra parte della Calabria hanno iniziato ad inebriarsi del profumo del successo a domicilio.
Sarà una questione di battiti accelerati soprattutto per Ciccio Modesto, crotonese sbocciato però nel giardino cosentino fino a diventarne fiore da esporre in vetrina. Oggi guida il “suo Crotone” ma parlare di seconda casa pensando a Cosenza è anche riduttivo. Andrà a mille pure il cuore di Zaffaroni, allenatore dei “lupi”, che della Calabria conosceva e conosce ancora poco ma sa cosa significhi orbitare sul pianeta derby. Perché a prescindere dai colori e dalla provenienza, il Dna di quelle partite lì è comune a tutte le latitudini.

E allora ci siamo, Cosenza contro Crotone. Sabato, dalle 18,30, al “Marulla”, ci sarà un momento in cui i cuori si fermeranno. Per poi ripartire a un ritmo cardiaco fortissimo. Perché non si gioca una partita tra le tante. È un derby.

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