“La mia candidatura è stata interpretata come autorevole, ho liste molte radicate sul territorio. Dicono che vinceremo perché il centrosinistra è diviso, ma lo è non solo qui, basti pensate a Roma. Eppure qui tutti pensano che il centrodestra possa prevalere perché ha una classe dirigente credibile”.
Roberto Occhiuto, aspirante governatore del centrodestra, ostenta la tranquillità di chi già pregusta la vittoria alle elezioni in programma domenica e lunedì prossimi. Il leader della coalizione prova ad allontanare i sospetti di un “falso rinnovamento” che aleggiano su liste infarcite di figli e parenti dei vecchi portatori di voti. “Tra i miei candidati - ribatte Occhiuto - non ci sono personaggi che hanno governato col centrodestra negli ultimi anni. Io credo che avremo una rappresentanza molto rinnovata, non avremo consiglieri con più di tre legislature alle spalle. Ho detto chiaramente a Pino Gentile e Claudio Parente che non li avrei ricandidati non perché ci fossero delle valutazione avverse della commissione parlamentare Antimafia ma perché ritenevo fosse giusto dare la rappresentazione di un centrodestra che fosse davvero rinnovato. Poi saranno gli elettori a decidere se queste persone meritano di entrare in Consiglio”.
Occhiuto assicura poi di non temere le ingerenze dei big nell'azione amministrativa e conferma di aver chiesto al governo di poter assumere la guida della sanità calabrese. “La priorità - annuncia - sarà quella di riorganizzare il dipartimento Salute della Regione”. Ma l'aspetto che più lo preoccupa è “il rinnovamento della burocrazia regionale”. “Ho chiesto - spiega- al ministro Brunetta di poter avere una deroga sulla nomina dei dirigenti esterni perché vorrei avere le mani libere e iniziare un'operazione di cambiamento”.
La futura Giunta? “Io sono un uomo che rispetta i patti. Mi è stato proposto di avere come vicepresidente Nino Spirlì e ho detto di sì, poi è chiaro che dopo le elezioni faremo tutte le valutazioni del caso con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Devo dire però che a preoccuparmi non è la scelta degli assessori ma dei direttori generali”.
Quanto al caso delle quote possedute in alcune società - una delle quali finita sotto la lente d'ingrandimento dei detective della Banca d'Italia per alcuni movimenti finanziari non ancora chiarissimi -, Occhiuto replica: “Possiedo un pacchetto azionario in 'azienda agricola e già da prima che diventassi candidato presidente ho evitato di partecipare a qualsiasi bando della Regione e poi ho quote in un'azienda editoriale che produce opere di pregio e si rivolge soltanto al mercato privato. Credo che avere un presidente di Regione che non viva dipendendo dalla politica sia un dato positivo”.
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