«Sono la candidata non solo del Pd e del M5S ma di una larga coalizione». Amalia Bruni, che guida il centrosinistra alle elezioni regionali, vuole evitare le etichette di partito. Sul caso Muraca, l'assessore reggino candidato nelle liste del Pd nonostante un rinvio a giudizio per abuso d'ufficio, l'aspirante governatrice ammette una certa «leggerezza per non avere attenzionato questa situazione, anche se ho avuto pareri legali terzi e non c'è nessun problema rispetto al codice etico».
Bruni ha sottolineato poi di voler ragionare in un'ottica unitaria. «Quando ci si approccia ai problemi della Calabria bisogna avere una visione d'insieme e di prospettiva, guardando a quella che sarà la Calabria da qui ai prossimi 50 anni».
Infine, spazio anche alla commozione quando a Bruni viene chiesto il proprio futuro all'interno del Centro regionale di Neurogenetica, struttura che lei stessa ha fondato. «Sono in procinto di andare in pensione perché ormai ho raggiunto tutti i limiti possibili, posso continuare le attività di ricerca con altri organismi. Mi batterò affinché questa struttura possa continuare a lavorare, correggendo il decreto di Cotticelli (è l'ex commissario alla sanità calabrese, ndr) che ci ha impedito di accedere al finanziamento che pure Jole Santelli aveva concesso per il Centro. Questa terra, come diceva Rita Levi Montalcini, non può fare a meno di una struttura così».
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