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I covi della 'ndrangheta, il bunkerista della cosca Pesce di Rosarno

Il “bunkerista di fiducia” non è una figura inedita, tutt’altro. Se ne è avuta traccia, forse la più clamorosa, nell’inchiesta sulla morte di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia morta dopo avere ingerito dell’acido nell'agosto 2011. «Peppe sta arrivando nel bunker. Io... faccio il bunker!», dice uno dei fermati dell’operazione condotta dal Ros e dai Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro la cosca Pesce.
Lui, il bunkerista, parlando con un altro affiliato, indica l’arrivo di un latitante in uno dei rifugi. Si tratta, scrivono i magistrati, «di un “muratore” a disposizione delle cosche mafiose di Rosarno almeno sin dal 2005», che avrebbe svolto lavori di costruzione e ristrutturazione dei bunker usati dagli affiliati. Quell’intercettazione finì nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria denominata Califfo e grazie a quell’audio gli inquirenti diedero un volto e un nome a quella voce: si trattava di Saverio Marafioti, muratore di Rosarno. L’attività d’indagine di carabinieri e antimafia portò all’identificazione di Marafioti quale affiliato della cosca Pesce con il quale vari indagati si rapportavano per numerose questioni, tra cui proprio la costruzione e ristrutturazione di bunker. La conferma giungeva dallo stesso indagato, in due dialoghi registrati dagli investigatori. Nel primo, Marafioti veniva intercettato mentre avvisava un altro presunto sodale che il giorno dopo il latitante il Giuseppe Pesce si sarebbe spostato in un bunker. Lo stesso buco sottoterra nel quale il giovane boss di Rosarno verrà arrestato il 10 agosto 2011 dopo un anno e mezzo di latitanza.
Marafioti, a fine ottobre, era a conoscenza del sequestro di un pizzino di Pesce all’interno del carcere di Palmi, nonché del contenuto dello stesso, quindi – in evidente stato di agitazione – commentava la vicenda che lo vedeva coinvolto, fornendo così la conferma in merito alla sua esatta identificazione ed al presunto ruolo svolto all’interno della cosca: «A quel cazzone gli hanno trovato un biglietto… mica mio cognato!... Arresteranno a tutti a Rosarno!...associazione».

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