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Farina di grillo, Caccavari: "Cara Europa: non vogliamo mangiarne, né produrne" VIDEO

Il tema è di stringente attualità: ne parliamo con l'imprenditore calabrese Stefano Caccavari, fondatore del Mulinum a San Floro. Da un ettaro di grano ha creato una filiera, un mulino, un forno. Un nuovo concetto di agricoltura biologica che dice no a questo modello industriale

Dal 24 gennaio scorso è stato dato il via alla commercializzazione nell'Unione europea della farina di grillo: si tratta per la precisione di una farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus. Qualche giorno dopo, il 26 gennaio, è inoltre entrato in vigore il regolamento europeo che autorizza la commercializzazione anche delle larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) congelate, in pasta, essiccate e in polvere.

Il cibo del futuro?

Il tema è, dunque, di stretta attualità e ci si prepara già a quello che potrà essere il cibo del futuro con possibili rivoluzionarie modifiche abitudini alimentari dei consumatori. Per molti osservatori, gli insetti commestibili rappresentano, infatti, il cibo del futuro, poiché richiedono poca acqua per essere allevati e hanno un impatto ambientale minimo rispetto all'allevamento di animali come i bovini. La pasta a base di farina di grillo potrebbe essere una delle prime opportunità per gli appassionati di alimentazione sostenibile di provare questo tipo di cibo. Alla base di tutto ciò c'è un costo di produzione ovviamente molto più basso rispetto all'uso di proteine come cereali, o soia.

L'allarme di Stefano Caccavari (Mulinum)

Stefano Caccavari è un giovane imprenditore calabrese che qualche anno fa ha lanciato la sua innovativa idea di agricoltura biologica fondando il Mulinum a San Floro in provincia di Catanzaro. Il suo concetto si basa sull'idea di recuperare i grani antichi, di sviluppare una filiera sostenibile partendo dalla coltivazione del grano (ad esempio a poca distanza dal Mulinum ha da poco piantato, in attesa della trebbiatura a giugno, grano Senatore Cappelli). Un modo di concepire l'alimentazione in maniera sana e a km 0 trasformando il grano in farina e la farina in prodotti di elevata qualità come pane, pizze, biscotti. Ha lanciato il suo concetto di agricoltura biologica, fortemente contrapposto a quello industriale, anche oltre i confini regionali costruendo il "suo" Mulinum anche in Toscana a Buonconvento (in provincia di Siena).

"Non è farina, ma polvere proteica"

"La direttiva europea accetta l'utilizzo di polvere proteica di derivazione da insetti nell'utilizzo della preparazione degli alimenti. E' una cosa secondo me scandalosa - sottolinea Caccavari - perchè noi parliamo di agricoltura biologica, di dieta mediterranea e di fare le cose come una volta per stare meglio e qualcuno dall'Unione europea accetta e promuove l'utilizzo di questa polvere proteica (la dovremmo chiamare così, non farina) a basso costo per arricchire del cibo. Ed è assurdo che delle lobby industriali alimentari hanno purtroppo ottenuto questo risultato e noi stiamo subendo quello che purtroppo tra qualche mese in tutti i supermercati sarà evidente anche sotto falsi nomi. Non scriveranno farina di grillo, o polvere proteica di grillo, ma useranno dei nomi incomprensibili già purtroppo previsti dalla legge. Spero che i consumatori stiano molto attenti soprattutto al cibo low-cost e proteico in modo da poter fare delle scelte consapevoli.

"Documentiamoci quando andiamo a fare la spesa"

"Se osserviamo gli ultimi anni per fortuna abbiamo notato una cosa. L'industria alimentare cercava un grasso di origine vegetale e si sono inventati l'olio di palma. Poi abbiamo creato una grandissima attenzione su questo concetto e abbiamo visto nove prodotti su dieci senza olio di palma. Spero possa accadere lo stesso perchè - chiosa ancora il giovane imprenditore di San Floro - l'olio di palma non è un grasso vegetale da utilizzare: l'industria lo ha usato perchè costava meno. Spero che possa accadere la stessa cosa per questa polvere proteica a base di insetti in modo che tanti prodotti possano uscire dicendo che non utilizzeranno insetti. Quando parlo di prodotti, parlo di industrie, ma anche di piccole aziende agricole come la mia che fanno scelte diverse. Però ripeto è assurdo subire dalla Ue una direttiva del genere, un'autorizzazione comunitaria senza neanche qualche anno di test quando invece oggi solo in Italia è obbligatorio indicare l'origine di provenienza del grano: quindi, quando vogliamo saperne di più non ci aiutano mai, invece quando dobbiamo mangiare schifezze che importiamo dall'estero a basso costo guarda caso autorizzano subito. Quindi dico a chi ci segue: documentiamoci su cosa scegliamo quando andiamo a fare la spesa perchè purtroppo questi prodotti proteici di origine animale li troveremo su tutti gli scaffali".

"Uniamoci e difendiamo la nostra cultura e tradizione"

"Mi auguro di trovare insieme a me milioni di persone che possano fare una scelta consapevole e dire: non vogliamo subire polvere di insetti. C'è qualcosa che vuole cancellare la nostra cultura, la nostra dieta mediterranea, il nostro territorio. Mi auguro che si crei un'alleanza contro sia da chi produce, sia da chi vuole consumare. Mulinum nasce dal sogno, dall'idea di mangiare un pane come 100 anni fa e ho cominciato a fare un ettaro di grano che poi è diventata una filiera, un mulino, un forno, dei ragazzi che hanno imparato il mestiere lavorando di giorno e non di notte. Mi auguro che tutti compatti possiamo dire: carissima Europa riprenditi questa direttiva, non ne vogliamo mangiare e non ne vogliamo produrre e non siamo d'accordo minimamente con un'idea di polvere proteica nei nostri cibi. Non inquiniamo la nostra dieta mediterranea: difendiamo la nostra cultura e tradizione e insieme uniamoci facendo girare queste notizie difendendoci come l'abbiamo fatto con l'olio di palma e con altre schifezze".

La sovranità alimentare

"E' da anni che la lobby della farina degli insetti ci lavora. Purtroppo la scienza non spiega se fa bene o male e quindi hanno trovato una strada aperta. E' paradossale perchè in Italia è da quest'anno che abbiamo questo concetto di sovranità alimentare, in Francia lo hanno da anni, ma anche loro non hanno potuto far nulla. Io - conclude Stefano Caccavari - mi sento un difensore della sovranità alimentare: dietro di me ho un campo di grano che si trasformerà in circa 5mila pani quando faremo la trebbiatura. Questa è la differenza tra chi coltiva insetti e chi invece coltiva grano".

 

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