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Pentidattilo, quel borgo che si rianima. Il video dall'alto

Immaginate di vivere in un paesino con soli quattro abitanti, di provvedere autonomamente a preparare il pane, il formaggio e quasi tutto il necessario per vivere. Immaginate di vivere in un tempo in cui i ritmi della giornata sono davvero scanditi dalla natura. Sembra quasi impossibile, nel 2021, potersi adattare a uno stile di vita completamente diverso da quello della città, se in città si è nati e cresciuti.

È una scelta apparentemente difficile che talvolta può risultare invece la più naturale. È la scelta che ha fatto l’artista Daniela Lorenzi, 58 anni. Daniela, con papà di Bolzano e madre calabrese, ha vissuto quasi tutta la vita a Reggio Calabria. Dopo aver perso il lavoro presso uno studio di ingegneria, ha provato altre occupazioni dello stesso tipo, che però non l’hanno mai resa felice. Così ha riaperto il cassetto con le sue creazioni artistiche e ha ritrovato la sua vera strada. Daniela Lorenzi, che aveva studiato all’Accademia di Belle arti di Reggio Calabria, ha sempre avuto passione per l’arte.

E due mesi fa ha lasciato tutto per trasferirsi a Pentidattilo, piccola frazione del Comune di Melito Porto Salvo, di sole quattro anime, per dedicarsi a tempo pieno a ciò che ama. Camminando per le piccole vie che portano alla bottega artigiana di Daniela, il cui percorso immerso nel verde è accompagnato solo dall’odore di piccole pere e fichi d’india caduti dagli alberi circostanti, l’unico rumore è quello del vento caldo della Calabria. Davanti alla porta della bottega c’è Nerina, l’anziana gatta di Pentidattilo che Daniela ha adottato. «Qui ho trovato la mia serenità – racconta l’artista -. C’è collaborazione tra le poche persone che vivono a Pentidattilo tutto l’anno. E siamo sempre contenti quando vediamo arrivare turisti o calabresi che decidono di staccare dalla routine per una passeggiata in questo luogo unico. Sapevo già fare il pane e qui ho imparato a gestirmi quasi per tutto con l’autoproduzione. Quando è necessario ci organizziamo per spostarci e comprare quello che ci serve. Ho sentito la necessità di cambiare vita e mi sono ricordata di questo posto incantevole dove ero stata tanti anni fa, da ragazza».

Un vero e proprio ritorno al passato. Nella sua piccola bottega in fase di allestimento, Daniela ha esposto le sue creazioni grafiche ispirate ai più profondi tormenti interiori e alle difficoltà della vita «oltre le quali, però, c’è sempre la propria strada». E a colpire in modo particolare ci sono le sue creazioni in tessitura: «Da autodidatta – spiega Daniela -, studiando tanto, ho imparato varie tecniche di grafica e di tessitura. Mi sono appassionata in modo particolare alla tecnica Mapuche, tessitura tradizionale latino americana, e all’antica arte del Macramè, tipica degli arazzi decorativi». Tra le creazioni, spiccano anche quelle realizzate con la ginestra, l’antica pianta celebrata da Giacomo Leopardi che una volta veniva comunemente usata per realizzare i più svariati accessori. Ogni singola creazione è un pezzo unico: «Non riuscirei credo neanche volendo a riprodurre due pezzi identici – afferma la poliedrica artista -, la cosa più bella delle creazioni fatte a mano, per me, è proprio la loro unicità».

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