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Rapine alle poste nel Reggino con mazze e pistole, sgominata una banda: otto arresti

Sei persone finite in carcere e due ai domiciliari per rapine agli uffici postali in provincia di Reggio Calabria, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi. E' questo il risultato di un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile e dell’Arma dei Carabinieri. Le ordinanze di misura cautelare sono state emesse dal gip di Reggio Calabria.

Sono finiti in carcere Carmine Alvaro, 34 anni di Palmi, (era già detenuto per altra causa), Antonio Rocco Leonello, 52 anni di Sinopoli, (era già detenuto per altra causa), Francesco Trefiletti, 27 anni di Cinquefrondi (era già detenuto per altra causa), Giuseppe Agostino, 49 anni di Reggio Calabria, Antonio Giuseppe Palmisano, 51 anni di Reggio Calabria, Rosa Soccorsa Delfino, 55 anni di Gioia Tauro. Ai domiciliari Maria Giovanna Punturiero, 33 anni di Gioia Tauro, Salvatore De Francesco, 54 anni di Sinopoli.

Le investigazioni sono state svolte sotto le direttive del Procuratore Vicario Gerardo Dominijannie dei Sostituti Procuratori Domenico Cappelleri, Paola D’Ambrosio e Andrea Sodani ed hanno visto la confluenza di vari filoni investigativi sviluppate dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri.

L’indagine condotta dalla Squadra Mobile è stata avviata a seguito della rapina perpetrata in data 2 ottobre 2017 presso l’ufficio postale della frazione Sambatello di questo capoluogo, nel corso della quale vennero rapinati circa 11.000 euro, oltre ai soldi in contanti che la direttrice aveva all’interno della propria borsa.

In quell'occasione a commettere il delitto erano stati in qualità di autori materiali ed in concorso con un altro soggetto non identificato, Antonio Rocco Leonello ed Carmine Alvaro che erano penetrati all’interno dell’ufficio postale armati sia di pistola che di mazze ferrate. Poi Giuseppe Agostino e Giuseppe Palmisano, come concorrenti nella rapina, avendo fornito un contributo determinante per il buon esito dell’azione delittuosa.Presenti sin dalle prime ore di quella mattinata sui luoghi di interesse, mediante l’autovettura Renault Laguna di Agostino avevano fatto da apripista ai propri complici, prima per condurli verso l’obiettivo e poi per assicurarne una fuga al riparo da imprevisti.

Gli autori materiali della rapina, al fine di commettere il delitto, avevano utilizzato due autovetture (una Fiat Uno bianca ed una Fiat Cinquecento rossa) risultate rubate pochi giorni prima. Con la Fiat Uno i rapinatori erano giunti presso l’ufficio postale, mentre con la Fiat Cinquecento avevano bloccato, ancor prima di avviarsi all’obiettivo e qualche centinaio di metri prima, la strada che porta all’ufficio postale in direzione opposta a quella da cui erano giunti.

La successiva attività di intercettazione telefonica aveva fatto emergere che Carmine Alvaro, Antonio Rocco Leonello, Francesco Trefiletti, Rosa Soccorsa Delfino e la figlia Maria Giovanna Punturiero, avevano organizzzato in data 27 novembre 2017 una rapina all’Ufficio postale di Pellegrina di Bagnara Calabra.

La rapina organizzata nei minimi dettagli, vedeva la partecipazione attiva Maria Giovanna Punturiero (con il ruolo di basista all'interno dell'ufficio postale) che avrebbe dovuto agevolare l’accesso all’interno dei locali dell’ufficio postale agli altri membri dell’organizzazione aprendo la porta di ingresso del tipo antipanico. In quella circostanza la donna non riusciva a raggiungere la porta secondo i piani prestabili con i soggetti che dovevano entrare in azione dall’esterno per cui si camuffava come una semplice cliente delle poste e veniva anche escussa a sommarie informazioni testimoniali dai Militari dell’Arma dei Carabinieri intervenuti sul luogo per un segnalato tentativo di rapina.

Nelle investigazioni, emergeva chiaramente che Antonio Rocco Leonello ed Carmine Alvaro costituivano, unitamente a Francesco Trefiletti, il vertice di un sodalizio criminale dedito alla programmazione ed alla preparazione di delitti contro il patrimonio, mentre Giuseppe Agostino e Rosa Soccorsa Delfino rappresentavanoi punti di riferimento per le rapine operate nel territorio, rispettivamente della periferia nord di Reggio Calabria e di Scilla e Bagnara Calabra.

Si aveva inoltre modo di riscontrare che tutti i membri dell’organizzazione criminale ponevano in essere chiare attività prodromiche alla commissione di delitti contro il patrimonio, organizzando sopralluoghi nelle prossimità di possibili obiettivi (abitazioni private ed uffici postali) e procurandosi attrezzi ed oggetti atti allo scasso (tra cui uno strumento chiamato “Organetto”, dal quale prende il nome la presente operazione di polizia).

Le investigazioni hanno consentito di individuare i punti cardine dell’esistenza e operatività di un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di attività predatoria e in particolare rapine ai dani di uffici postali nella provincia di Reggio Calabria.

All’interno della predetta ordinanza confluivano i risultati dell’attività d’indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Palmi e coordinata da quella Procura della Repubblica.

Le indagini erano iniziate dalla tentata rapina all'Ufficio Postale di Melicuccà in data 2.9.2017, oltre che dal presunto sequestro del direttore dell'Ufficio Postale di Sant'Eufemia d'Aspromonte del 4.10.2017. Questi era scomparso dalla propria abitazione di Campo Calabro, in concomitanza con un ingente ammanco di denaro, riscontrato all'interno del proprio ufficio di Sant'Eufemiad'Aspromonte. Dopo qualche giorno, l'uomo era rientrato a casa ed aveva denunciato di essere stato sequestrato da alcuni soggetti a lui sconosciuti, che, a suo dire, lo avevano obbligato a consegnareloro circa 305.000 euro, dopo averli prelevati dalla cassa dell'ufficio.

L’attività di indagine faceva emergere elementi indiziari a carico di Carmine Alvaro e Antonio Rocco Leonello; questi, infatti, intrattenevano diverse conversazioni telefoniche subito prima e subito dopo l'episodio delittuoso ed in quei frangenti i loro dispositivi agganciavano la cella del comune di Melicuccà. In relazione, però, a tale episodio non vi è stata alcuna formale contestazione da parte del pm per mancanza del requisito della gravità indiziaria.

Le attività tecniche avviate nell’ambito del predetto procedimento penale a cura del personale dell’Arma dei Carabinieri, si sovrapponevano con quelle avviate dalla Squadra Mobile e autorizzate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria a seguito della predetta rapina all’Ufficio postale di Sambatello del 2 ottobre 2017.

Inoltre, confluivano all’interno dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare, anche le informative di reato inerenti la rapina all’Ufficio postale di Marina di Gioiosa Ionica dell'1 febbraio 2018 e quella perpetra in data 1 ottobre 2019 presso l’Ufficio postale della frazione Rosalì di Reggio Calabria.

In merito al primo episodio delittuoso le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Roccella Ionica  e coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri, non hanno consentito di pervenire all'individuazione degli autori materiali del delitto ma veniva riconosciuto - dai Militari della Compagnia dei Carabinieri di Palmi - Antonio Rocco Leonello quale autore del furto dell’autovettura impiegata nella rapina, in concorso con Salvatore De Francesco.

Invece per la rapina all’Ufficio postale di Rosalì, frazione di Catona, dell'1 ottobre 2019 venivano tratti in arresto, nella flagranza del reato dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, gli autori materiali dell’associazione criminale, ovvero l'odierno indagato Carmine ALvaro, unitamente a Carmine Scibilia e Nicola Romano.

Nel dettaglio i tre individui con volto travisato da passamontagna e guanti calzati, giungendo a bordo dell'autovettura Fiat punto (oggetto di furto), minacciavano il direttore dell’Ufficio Postale con spranghe in ferro e una pistola a salve. L’azione delittuosa veniva interrotta grazie alla presenza nell’Ufficio postale di un Carabiniere della Compagnia, libero dal servizio, che allertava la Centrale Operativa, consentendo la predisposizione di un dispositivo dell’Arma all’uscita composto da personale della Stazione di Reggio Calabria-Catona e della Radiomobile. Nel frattempo il militare accortosi dell’arrivo dei colleghi non esitava a bloccare uno dei tre malviventi con il quale intraprendeva una colluttazione. Il personale intevenuto bloccava l’azione delittuosa arrestandoli in flagranza di reato.

Le successive indagini della Compagnia hanno fatto emergere il coinvolgimento, nel delitto in questione, anche dell’odierno indagato Giuseppe Agostino, con il ruolo di basista della rapina.

Il militare intervenuto libero dal servizio ha riportato delle lesioni considerevoli, ma è ora tornato in servizio: una condotta meritoria, evidenziata anche dall’amministrazione comunale con il conferimento del premio “San Giorgio d’oro 2020”.

Per quella rapina il gup  ha condannato rispettivamente a sei anni di reclusione Romano e Scibilia e 5 anni e 4 mesi Cosimo Alvaro.

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