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Ecco il video della cattura dei coniugi Timpani

L'attività d’indagine, avviata nell’immediatezza del grave fatto di sangue attraverso un puntuale sopralluogo nonché l’audizione di diverse persone, ha consentito di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento delittuoso e successivamente, anche attraverso attività tecnica, esaltata dal prezioso contributo del Reparto Indagini Tecniche del ROS, di raccogliere elementi gravemente indizianti a carico anche dei due ulteriori indagati, per i quali il G.I.P. presso Tribunale di Palmi, accogliendo in toto le richieste espresse dalla locale Procura, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e fondate le esigenze cautelari alla base del provvedimento cautelare in carcere emesso nei loro confronti. I reati contestati nello specifico sono quelli di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dall’ aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo, nonché il reato di detenzione illegale di arma da fuoco in concorso.

Inoltre, attraverso l’analisi dei rapporti familiari della vittima, è stato possibile, accertare, quale movente del delitto, l’esistenza all’interno della famiglia SCARFONE di dissidi, acuitisi nel corso degli anni, legati alla gestione del patrimonio immobiliare e quindi dell’eredità dell’anziana madre dei fratelli SCARFONE, nel frattempo deceduta.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Reggio Calabria “Panzera” ed “Arghillà” su disposizione dell’A.G. competente, in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio di garanzia.

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