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Tra cielo e terra, i tanti misteri degli "Ufo" in Calabria: racconti e "avvistamenti"

Una storia ricca di fenomeni “anomali” e di avvistamenti di oggetti. L’ultima testimonianza è del 21 febbraio: a Corigliano Rossano un pensionato sostiene d’aver notato due sfere luminose danzare sullo Jonio

Succede sempre allo stesso modo. Visioni estemporanee, soprattutto, di sera. Luci che si accendono e si spengono nei cieli neri e grigi. Sfere infuocate, cilindri galleggianti e, naturalmente, dischi volanti. Oggetti misteriosi sbucherebbero dal nulla e dal nulla sarebbero risucchiati quasi immediatamente. I testimoni raccontano storie che spesso sembrano assai simili tra loro e si annodano attorno alla trama unica che vacilla tra realtà ed immaginazione. Del resto l'ufologia è uno dei temi più intriganti e, esista o meno ET, ha già avuto il potere di trasformare un mito secolare in un brand cinematografico e letterario di successo.

Spy story

La passione per la fantascienza è cresciuta negli ultimi anni grazie all’avvento dei social. Non c’è nessuno ormai che non riconosca o immagini, sul web o sui media, un disco volante o il volto caratteristico del “Grigio” coniato nella fabbrica del grande schermo di Hollywood. Nelle ultime settimane, poi, il retroscena alieno ha riempito i notiziari delle principali emittenti del pianeta che con dovizia di particolari ci hanno dato da masticare le rivelazioni incredibili, in stile “Indipendence day”, di due veterani dell’Air Force americana su un misterioso intervento degli alieni che, al calar degli anni Sessanta, sarebbero stati in grado di neutralizzare ben dieci testate nucleari americane. E ancora più intrigante lo scenario da spy-story, un po’ acida e un po’ comica, che si è combinato dopo una raffica di apparizioni, quasi contemporanee, di enormi palloni-sonda nei cieli degli Usa, del Canada, della Russia e della Cina neutralizzati con potenti e costosi armamenti. Interventi preceduti e seguiti dal martello infuocato delle comunicazioni tra timide ammissioni e decise smentite dei governi dei paesi interessati. In pochi, però, sanno che in mezzo alla tempesta di fenomeni anomali e di misteriosi oggetti volanti è finita spesso, in questi anni, anche la Calabria. O meglio, la Calabria cè sempre stata. Sì, perché sono secoli, se non millenni che abbiamo in queste terre racconti di eventi poco comprensibili e di oggetti volanti non identificati.

Il mistero di Gerace

Sin dai tempi degli antichi romani, attraverso la Clipeologia, il fenomeno era di fatto già presente (la paleoufologia si occupa dei contatti con oggetti volanti nel passato remoto dell’umanità). Ma di prove ne sono state documentate diverse nel corso degli anni. Marco Enrico De Graya, in Gli Ufo di Fort - Gli avvistamenti ufficiali prima di Roswell, riporta gli esiti dello straordinario lavoro di ricerca di Charles Fort, ricercatore americano nell’ambito dei fenomeni “anomali”. Tra le sue ricostruzioni è finito anche lo strano episodio che si sarebbe verificato il 14 marzo del 1813 a Gerace. Quel giorno, all’improvviso, una polvere gialla sarebbe discesa dal cielo coprendo l’intero abitato. Il dottor Luigi Sementini, professore di Chimica, a Napoli, la analizzò. «Aveva un sapore terroso, insipido, descritto come “sconveniente” all’alimentazione. Se riscaldato diventava marrone, poi nero, quindi rosso. Secondo gli “Annali della Filosofia” era una sostanza giallo-verdastra che, se essiccata, diventava simile alla resina. Quindi, Fort – sostiene De Graya –, facendo riferimento ad episodi simili che si erano verificati in Galles e in Irlanda, avanzò lipotesi che potesse esistere un superoceano interstellare dove navi interplanetarie potessero navigare e, avvicinandosi alla terra, scaricassero i propri scarti». Una tesi che seguiva l’immaginazione più che il conforto della scienza.

I primi “avvistamenti”

Esattamente 69 anni fa un oggetto volante venne segnalato da alcuni cittadini a Catanzaro. Erano le 23 del 24 ottobre del 1954 e quel disco, stando ai testimoni, fu visto compiere strane evoluzioni nei cieli del capoluogo. Tre giorni dopo, in Toscana si assiste al primo avvistamento di massa. Era, tra l’altro, il giorno della partita amichevole tra la Fiorentina e la Pistoiese, in corso di svolgimento allo stadio “Berta” (l’“Artemio Franchi” di quei tempi) con diecimila spettatori sugli spalti. All’improvviso la gara fu sospesa a causa dell’evoluzione di ipotetici oggetti volanti di colore bianco che rimasero visibili per un quarto d’ora circa. Uno strano fenomeno che gli appassionati hanno trasformato in una pietra miliare dell’ufologia. Tra i testimoni oculari lo storico capocronista de “La Nazione”, Giorgio Batini, e i calciatori Ardico Magnini, Romolo Tuci e Ronaldo Lomi. Dopo le evoluzioni, dal cielo cominciò a cadere materiale filamentoso di colore bianco che la stampa ribattezzò come “capelli d’angelo”.

La Calabria in primo piano

Gli archivi del Centro ufologico regionale sono zeppi di fascicoli che racchiudono racconti misteriosi come quello registrato il 29 ottobre 1954, sul Valico di Monte Scuro, nel Cosentino, da tre guardie forestali, intorno alle 10.55, che sostennero di aver visto un disco in movimento sulla Sila. L’8 gennaio del 1964, nelle acque del Tirreno al largo di Sant’Eufemia di Lamezia, dei testimoni notarono strane luci di colore azzurro e di forma circolare sul mare. Alcune persone in barca decisero di avvicinarsi e le luci sprofondarono rapidamente, tranne una. I barcaioli la toccarono con un remo, si trattava di un oggetto metallico che avrebbe risposto a quella sollecitazione dinamica con una scarica elettrica che investì gli uomini. Nella notte tra il 7 e l’8 giugno del 1986, sulla strada che lega Palmi a Bagnara, alcune persone raccontarono d’aver visto ben cinque oggetti discoidali e luminosi. Il 4 giugno del 1987, nei cieli di Crosia, durante l’estasi mistica d’un giovane, apparve improvvisamente un oggetto volante. Quella evoluzione venne filmata dai presenti e il video fu trasmesso dall’emittente privata “Televiva” di Castrovillari. A Rende, esattamente il 18 aprile del 2006, un ingegnere, G. S., docente di tecnologia e disegno all’Ipsia di Castrovillari, fotografò un oggetto volante non identificato che solcava i cieli sopra contrada Lecco, proprio dalle parti della Legnochimica. Di pomeriggio, il professore notò quello strano velivolo che procedeva a velocità elevata senza emettere rumori. L’ingegnere, appassionato di fotografia, fermò l’auto e mise mano alla sua Nikon F55 aprendo al massimo l’obiettivo Nikkor AF70300 in direzione di quello strano apparecchio che rimase sulla zona industriale di Rende per più d’un minuto prima di sparire. Foto e negativi sono stati consegnati agli esperti del Cun che accertarono l'anomalia del velivolo ad asse centrale con strutture radiali attorno.

L’incontro “ravvicinato”

Il 5 febbraio del 2007, intorno alle 18.20, a Rossano, una imprenditrice del luogo, mentre era alla guida della sua Fiat Punto Van, con i suoi due bambini a bordo, ha raccontato di essere stata inseguita da un oggetto volante mentre era diretta all’azienda agricola dei suoi genitori, in contrada Malvitano. La sua narrazione è uno dei misteri irrisolti degli ultimi anni. «Il cielo era stellato come non mai e la luna illuminava il firmamento. Era uno spettacolo. All’improvviso, la mia attenzione fu catturata da due luci intermittenti, una chiara davanti, bianca, e l’altra rossa dietro. Immaginai un inseguimento tra due aerei. Fu la prima cosa che mi venne da pensare. Avevo paura che prima o poi quei due aerei si sarebbero scontrati. Con i bambini guardavamo quelle due luci che si facevano sempre più intense e più grandi man mano che s’avvicinavano a noi. Si avvicinarono rapidamente sopra di noi. E ai miei figli, in preda al panico, dissi che ci stava venendo addosso un grande aereo. Però, la cosa strana è che quelle luci arrestarono improvvisamente la loro folle corsa verso il basso a non più di tre metri d’altezza dal suolo. In pratica, si bloccarono sugli alberi d’ulivo. È stato solo allora che ci siamo accorti che quelle due luci non si rincorrevano ma che, in realtà, facevano parte d’un solo corpo. Si trattava d’una grossa struttura levigata e metallica che restava immobile, senza emettere alcun rumore. La cosa strana è che non si muovevano neanche gli alberi. Non c’era un alito di vento e quelle luci non creavano fastidio ai nostri occhi. Sulla mia sinistra riuscii a scorgere un pezzo di questo oggetto metallico di forma discoidale con un diametro di circa 20 metri. Era fatto d’un metallo lucido mai visto prima, di colore canna di fucile. Quando intuii di che cosa si potesse trattare ho fatto risalire in auto i miei due bambini, mi sono messa al volante e sono ripartita in fretta. Uno dei due miei figli notò l’oggetto riprendere quota e cominciare a seguire la nostra auto. Arrivai in fondo alla strada e svoltai per entrare nel cancello dell’azienda dei miei genitori. Mi fermai per guardare e quell’oggetto sembrò avvicinarsi ancora. Presi i miei bambini ed entrammo in casa di mia madre. Avevo una gran paura addosso. Spiegai ai miei genitori quello che mi era capitato. E loro mi confermarono d’aver notato qualcosa di strano nei cani che non avevano smesso d’abbaiare da circa mezz’ora. Ma né mio padre né mia madre erano riusciti a vedere qualcosa. Più tardi, lasciai a casa dei miei genitori i bambini ed uscii per recarmi in ufficio. Ma non notai più nulla. Era come se quell’oggetto non c’era mai stato». La testimonianza fu raccolta direttamente dal leader del Cun calabrese, Eugenio Gagliardi, che, insieme agli altri coordinatori delle regioni del Centro-Sud sono stati i primi ad interessarsi al caso di Rossano. Una storia pubblicata dalla Gazzetta in esclusiva e rilanciata nel salotto dei Fatti vostri dove la donna si recò, ospite di Giancarlo Magalli.

Gli altri “casi”

Il 12 agosto del 2007, G.Z., impiegato cosentino di 55 anni con la passione per la fotografia, immortalò con la sua digitale la grande area dell’Altopiano di Camigliatello, tra le 14 e le 14.30, senza notare nulla di strano. Quando scaricò sul suo pc il prodotto di quel suo reportage fotografico silano, G,Z. si accorse che su una delle immagini era rimasto impresso un oggetto volante, metallico, che rifletteva la forma d’un disco con due piatti contrapposti e una fessura centrale. Testimonianze di presenze estranee nei nostri cieli di cui si ha traccia negli archivi storici. L’ultimo caso, invece, è storia recente: il 21 febbraio scorso, un pensionato di Corigliano Rossano, non nuovo a questo genere di avvistamenti, è stato testimone della danza di due sfere luminose nei cieli della sua città, intorno alle 18.30. «Non è la prima volta che accade – ha raccontato l’uomo –, è come se loro mi seguissero. Sono abituato. È dall’agosto del 2008 che mi accade. E ho avuto anche un contatto con loro. Fu per pochi secondi, apparvero in una sfera di vetro e mi riferirono fatti che poi sarebbero realmente accaduti. Da allora, solo avvistamenti in cielo». La trama più interessante degli ultimi anni ricostruisce quanto accaduto, dal 2008 al 2010, a un appartenente alle istituzioni di Castrovillari che dopo aver filmato più volte oggetti misteriosi in movimento, avrebbe avuto anche un presunto contatto. I particolari di quell’incontro sono stati omissati dal centro ufologico. Del resto, anche la Calabria nel tempo, è stata luogo di presunte adduzioni. Si tratta di fenomeni (tutti da provare) di incontri ravvicinati con ET che lascerebbero in eredità cicatrici invisibili sui corpi, tagli microscopici di cui nessuno, però, conserverebbe memoria.

Tra scienza e fantascienza

La ricostruzione dei fenomeni “anomali” è stata indagata anche con approccio scientifico. Il primo in Italia ad applicare tecniche di ricerca accademiche nel campo dell’ufologia è stato il professor Corrado Malanga, ricercatore di Chimica organica all’Università di Pisa. Studiando i fenomeni dei rapimenti alieni, il professor Malanga e i suoi collaboratori hanno sottoposto ad ipnosi regressiva circa 3.500 persone (diverse provenienti proprio dalla nostra terra) che sostenevano di essere state protagoniste di incontri con visitatori extraterrestri. Ebbene, le testimonianze affiorate dai racconti forniti sotto ipnosi sono assolutamente straordinarie e, sotto certi versi, incredibili. Incontri con esseri di varie forme e c’è stato persino chi ha riferito di sentire misteriosi “cori di voci” nella testa. Trame oscure che, tuttavia, in America erano già state certificate nelle circa 200 diagnosi firmate dal professor John Mack, uno psichiatra della Harward University e Premio Pulitzer nel 1977. Attraverso le sue ricerche, il professor Mack arrivò a dichiarare che i rapimenti alieni sarebbero fenomeni reali. Una pietra miliare per l’ufologia. Di interesse scientifico, c’è, poi, anche il lavoro di un chirurgo podologo americano e ufologo, Roger Krevin Leir, noto come investigatore di presunti impianti alieni.Con la sua équipe sostiene d’aver asportato congegni di nanotecnologia perfettamente compatibili con l’organismo umano, che erano stati inseriti, non si sa in che modo, nel corpo di ipotetici addotti.

I social

L’ufologia è materia che appassiona, soprattutto, i più giovani. C’è, ad esempio, uno youtuber italiano (nickname “Omega Click”) che trascina, con le sue video-inchieste proposte sul suo canale, centinaia di migliaia di utenti. Di recente è riuscito a farsi fornire tramite la versione cilena del “Freedom of information act” i file governativi mai rilasciati prima relativi a un avvistamento, il cosiddetto “Caso Armada”. Alto lo share anche per le interviste a studiosi del fenomeno come il fisico teorico Avi Loeb e Nick Pope (quest’ultimo ex funzionario del Ministero della difesa inglese). Insomma, possiamo concludere che pur se gli ufo non ci hanno mai rapiti materialmente, sono riusciti sicuramente a catturare la nostra curiosità.

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