Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ponte di Ognissanti, cosa fare in Calabria. Cinque idee, dove andare e cosa mangiare FOTO

Quest'anno il ponte di Ognissanti regala 4-5 giorni di assoluto relax per chi ha intenzione di godersi un momento di svago. Chi ha la possibilità di prendersi 1-2 giorni di ferie può programmare, anche all'ultimo momento, un mini viaggio da fare in famiglia e/o con gli amici. Da venerdì 28 ottobre, infatti, e fino almeno a martedì 1 novembre c'è la possibilità di potersi regalare qualche ora in più di serenità lontani dal caos delle città o dallo stress del luogo di lavoro. E allora, senza andare troppo lontano e rimanendo attaccati alle radici della propria terra, ecco cinque veloci consigli su cosa fare in Calabria in occasione del ponte di Ognissanti. Complice ancora le temperature quasi estive c'è la possibilità di fare tante cose.

Sapori d'autunno in Sila

Tra Camigliatello e Lorica c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Sagre, iniziative enogastronomiche e culturali legate alla tradizione, percorsi turistici. Chi è amante del foliage può immergersi nella natura incantata della Sila (volendo anche non solo le classiche mete, ma anche la Sila piccola in provincia di Catanzaro). Pochi giorni fa è stata anche inaugurata la pista ciclabile sul Lago Ampollino da Trepidò a Spineto: un'occasione anche per poter fare sport in assoluto relax ed a portata di bambino. A Camigliatello, soprattutto, sono attesi migliaia di visitatori per trascorrere giornate di relax con i mercatini aperti sull'isola pedonale in via Roma, buona musica e, soprattutto, buon cibo. Imperdibile lo street food con panino silano: salsiccia, patate mpacchiuse, porcini, caciocavallo e salsa piccante.

Camminare e mangiare in Aspromonte

Il bel tempo di questa lunga ottobrata consente anche di poter fare delle belle e lunghe escursioni in Aspromonte. Per gli amanti del trekking c'è l'imbarazzo della scelta, a partire dallo spettacolo del foliage verso la cima di Montalto (la vetta più alta dell'Aspromonte). Per chi, invece, ha più tempo può trascorrere un paio di giorni tra Pentedattilo, Bova e tutto il percorso che porta nel cuore dell'Aspromonte verso Roghudi visitando il passo della Zita, la Rocca del Drako, le Caldaie di Latte, Frana Colella e il borgo ellefono di Gallicianò. Da non perdere, infine, la sagra della castagna a Mannoli di Santo Stefano d'Aspromonte con tanti piatti prelibati a base proprio di castagna. Ovviamente da non perdere le attrazioni a Gambarie e dintorni immersi nei boschi e nelle tradizioni enogastronomiche a base di funghi e carne genuina. Per chi è amante dei primi da non perdere le tagliatelle d'Aspromonte.

I megaliti a Nardodipace

Nardodipace (Narduepaci in dialetto calabrese) è un comune di 1.359 abitanti della provincia di Vibo Valentia che si trova sul margine sud-orientale delle Serre calabresi, dalla parte ionica. La sua altitudine va dai 600 m (valle Precariti) circa ai 1370 m. I ritrovamenti avvenuti nei primi anni del nuovo millennio, più precisamente nell'anno 2002 in seguito ad un grosso incendio che, disboscando notevolmente la zona, diede risalto a questi enormi complessi di pietre accorpate fra loro, sono da un punto di vista archeologico nonché antropologico molto interessanti, in quanto aprono scenari di incredibile fascino e di notevole interesse circa l'esistenza di popolazioni di molto antecedenti la colonizzazione delle terre calabresi da parte dei greci. I cosiddetti Megaliti di Nardodipace, collocabili temporalmente tra il V e il II millennio a.c., sono collocati in due zone distinte: Geosito A e Geosito B. I Megaliti sono costituiti da quarzo e granito e, simili strutturalmente ai megaliti inglesi, hanno provocato negli anni ferventi polemiche. La questione riguardante i megaliti è ancora aperta e ha visto nel corso degli anni la tesi sismologica gettare non pochi dubbi sulla teoria di una civiltà che abbia colonizzato questi territori e lasciato un segno quasi indelebile sul territorio. Il grecista Franco Mosino ha collegato questa civiltà a quella dei Lestrigoni o Pelasgi descritti da Omero nell'Odissea e sui quali si dilunga lo studioso Domenico Raso in alcuni libri scritti dopo il rinvenimento dei due geositi megalitici in oggetto.

Il borgo di San Giorgio Morgeto

San Giorgio Morgeto è uno dei 37 comuni che fanno parte del Parco nazionale dell'Aspromonte. E' situato ai margini sud orientali della Piana di Gioia Tauro (RC) sui fianchi della breve e compatta dorsale che salda le serre dell'Aspromonte, da cui si dominano le isole Eolie. Il nucleo del paese, di struttura tipicamente medioevale, posto a 520 m di altitudine, sorge su uno sperone di roccia, fiancheggiata da due valloni. Sulla cima che si eleva alle spalle del paese si trova il Castello, risalente ai primi del 1296, tipico esempio di architettura normanna-sveva, in via di recupero, le cui origini sfumano tra storia e leggenda. Il centro storico conserva ancora il fascino del borgo medioevale con i monumenti, gli edifici di notevole pregio architettonico e le numerose chiese. All'entrata del paese domina l'antico convento dei domenicani dove studiò Tommaso Campanella. Di notevole pregio artistico nel periodo natalizio è il Presepe movimentato costruito da un gruppo di artigiani. Ovviamente se decidete di andare nella zona di San Giorgio Morgeto, potrete assaggiare tra i numerosi piatti la struncatura e lo stoccafisso cucinato in vari modi: dall'antipasto ai secondi.

Tra terra e mare: le grotte di Zungri

Visitare le grotte di Zungri e fare un bagno a mare nelle ore più calde? In provincia di Vibo si può, anche in autunno, anche durante il ponte di Ognissanti. Nell'altipiano del Poro merita una visita l'insediamento rupestre di Zungri. Detto anche "Grotte" ha una superficie di circa 3.000 mq e gli studi circa la sua origine sono tutt'ora in corso. Due le ipotesi accreditate: colonia fondata da popolazioni orientali, o avamposto produttivo/deposito del vicino Kastron di Mesiano. Costruito e modificato nel tempo, le tracce più antiche del sito sembrano risalire al VIII-XII secolo. É costituito da decine di unità rupestri in parte scavate nella roccia e in parte edificate, ad uso abitativo, per il ricovero di animali domestici, per la produzione di vino e calce, per l'immagazzinamento di granaglie. Le Grotte di Zungri sono immerse in un ambiente naturale magico e pieno di fascino. Terminata la visita, potete decidere di trascorrere la giornata anche in spiaggia (le temperature saranno superiori ai 20 gradi), fare un bagno e mangiare a sacco in riva al mare. Oppure pranzare in uno dei tanti locali ed agriturismi situati nella zona del Poro: vi attenderà la cucina tipica vibonese fatta di ricchi antipasti a base di formaggi e salumi locali (su tutti 'nduja e pecorino del Monte Poro), fileja e carne locale. Il tutto accompagnato da un buon vino: e anche in provincia di Vibo sono tanti gli imprenditori che stanno avviando un percorso di crescita nell'universo enologico.

 

 

 

 

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia