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Roccella, il Jova Beach Party un affare economico

Lo show che ha richiamato 60mila appassionati ha anche rappresentato una straordinaria opportunità di lavoro e di ripresa per il territorio

Non solo “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, ma anche una provvidenziale e straordinaria opportunità economica dopo la pandemia. Oltre che un toccasana per la crescita dell’appeal turistico della costa jonica calabrese. Spenti i riflettori che hanno animato il grande villaggio allestito per le due tappe del Jova Beach Party nella cittadina balneare, l’evento, dopo aver replicato e superato il successo di tre anni fa, tiene ancora banco in termini nettamente entusiastici. Alla narrazione sui social delle migliaia di fans, a testimonianza dell’alto gradimento del mega show di 10 ore andato in scena nell’area Natura Village, si associa quella dei numerosi commenti positivi raccolti per strada e nei locali di ritrovo, tra cittadini e vacanzieri in soggiorno a Roccella, ancora carichi di adrenalina per l’esperienza festosa e rigenerante appena vissuta. Ma è, soprattutto, nei bilanci in termini di lavoro e profitti, da parte di chi si è attivato per offrire accoglienza, allestimenti, servizi, trasporto, ristoro e ospitalità alle 60mila persone, giunte da tutta la Calabria e dalle regioni del sud, in prevalenza Sicilia (con centinaia di pullman e auto che hanno attraversato lo Stretto, con notevoli guadagni in più anche per le compagnie di navigazione), che si coglie l’incidenza positiva del Jova Beach Party sull’economia di un territorio. Eventi del genere, considerata anche l’imponente macchina organizzativa e artistica che si sposta con il tour, creano, per due settimane, centinaia di opportunità di occupazione in più settori.
La conferma arriva direttamente dai responsabili della “Esse Concerti srl”, Tonino e Francesco Scordo, local promoter in Calabria di Trident Music che ha firmato la produzione del Jova Beach Party. La società, con sede nel reggino, ha curato la gestione logistica e il coordinamento di ditte, aziende e imprese impegnate nella realizzazione dello spettacolo. «Nei due giorni del mega show hanno lavorato tra assistenti sanitari, facchini, operai, addetti alla sicurezza, autisti, arrampicatori, tecnici, elettricisti, manovratori e addetti alle produzioni e agli uffici circa 1000 persone – dettaglia Tonino Scordo – mentre nei dieci giorni precedenti sono state impiegate, e lo saranno fino a quasi una settimana dopo i concerti, 600 unità».
Consuntivi più che positivi anche nel settore della ristorazione e delle strutture ricettive. «Bisognerebbe farne uno al mese di questi eventi», commenta Luca Cavallo direttore dell’Hotel Mediterraneo, che insieme al Park Hotel Gianfranco (200 posti letto in totale) è gestito dalla famiglia Archinà. «Ho avuto il 200% in più di richieste rispetto ad agosto dell’anno scorso. Poiché tutte le camere nei nostri alberghi erano prenotate, ho dirottate i clienti in altre strutture tra Siderno, Gerace, Riace, Caulonia e persino Soverato. Se avessi avuto 1000 camere a disposizione sono certo che le avrei occupate tutte, perché essendo a ridosso del Ferragosto tanta gente avrebbe voluto pernottare qualche giorno in più oltre il concerto e godersi anche il mare in una cittadina Bandiera Blu da ben 20 anni. Insomma la macchina organizzativa ha funzionato benissimo».
Tutto al completo e con largo anticipo anche al Club Hotel Kennedy (180 posti letto) gestito dalla famiglia Agostino con il direttore Maurizio Reale. «Abbiamo dovuto dirottare le tantissime richieste arrivate al nostro albergo ad affittacamere e altre strutture ricettive del territorio, fino a Bova Marina», racconta l’ing. Salvatore Agostino, che rimarca anche lo spostamento – nei giorni dei concerti – del blocco di accesso alla cittadina lato sud per i non residenti. «Il Jova Beach Party – continua – è un evento assolutamente da ripetere, magari in date differenti come inizio o fine agosto, perché genera un turismo di ritorno di cui beneficia l’intero territorio. Molti nostri ospiti si sono fermati anche dopo per visitare una zona che non conoscevano e tanti ritorneranno a settembre oppure l’estate prossima».
A margine del boom di richieste riscontrate, Agostino anticipa che avanzerà una proposta al Comune «affinché Roccella possa diventare un paese albergo con 5-6 mila posti letto, in modo da offrire un’ospitalità diffusa, con una gestione di tutti gli appartamenti e camere disponibili che sia coordinata da una reception all’ex Convento dei Minimi». A confermare ancor più chiaramente il valore dell’impatto che eventi come il JBP hanno sull’economia, ecco i dati che ci ha fornito la famiglia Coluccio che gestisce il camping Holiday Park, situato proprio nelle vicinanze dell’Area Natura Village: dal 9 al 17 agosto 2.100 presenze (il 60% in più rispetto allo stesso periodo 2021) tra calabresi, siciliani, pugliesi e lucani. Settecento coperti al giorno, tra pranzo e cena, sono stati riservati solo allo staff organizzativo. Per dare un’idea più completa, nella settimana del doppio concerto, sono state consumate dai villeggianti del camping 5mila bottiglie di birra, 6mila di acqua da mezzo litro e 3mila di acqua da 2 litri.
Non solo alberghi e camping, anche b&b e locatari di appartamenti dell’intera riviera dei Gelsomini e fino al basso Jonio catanzarese hanno fatto affari grazie al tour di Jova. Ne hanno beneficiato ovviamente bar, chioschi e supermercati (produzione di panini imbottiti triplicata nei due giorni), soprattutto quelli ubicati nelle vicinanze delle aree di sosta dei veicoli, alle periferie nord e sud, nonché dei punti di sosta delle navette. Penalizzati, invece, stabilimenti balneari, bar e ristoranti del tratto sud del lungomare e le attività commerciali della parte centrale del corso, secondo quanto esternato dagli stessi esercenti.
Grazie all’evento, inoltre, a seguito di manifestazioni d’interesse del Comune, sono stati autorizzati 10 servizi di parcheggio custodito a pagamento; 10 licenze con più mezzi per il servizio navetta; 8 punti di somministrazione bevande sul lungomare. E anche quest’anno non sono mancati gli ambulanti abusivi di bibite, molti dei quali provenienti da fuori regione (Campania), individuati e denunciati dalle forze dell’ordine, come pure i parcheggiatori e i “trasportatori” abusivi.

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