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Calabria, correnti e veleni: Pd in difficoltà. Si fa strada l'ipotesi Ciconte

Domani l’arrivo di Boccia che avrà il compito di risollevare un partito in crisi d’identità

Domani arriverà in Calabria Francesco Boccia. Al responsabile degli enti locali, il segretario del Pd Enrico Letta, ha affidato un compito (quasi) impossibile: ricompattare un partito balcanizzato da correnti e faide interne e provare a costruire una coalizione credibile - soprattutto agli occhi degli elettori - in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno. Si riparte dal passo indietro di Nicola Irto, il candidato incoronato dal gotha locale lo scorso febbraio, eppure guardato con una certa ostilità dai potenziali alleati del Pd. L’obiettivo dei vertici è provare ad allestire uno schieramento capace di anticipare l’alleanza Pd-M5S-Articolo 1 che Letta, Conte e Speranza prefigurano per le prossime Politiche. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi.

Le incognite sul tavolo restano diverse

I 5 Stelle (ieri l’ennesima riunione interlocutoria dei parlamentari calabresi) non hanno ancora deciso da che parte stare, con buona parte dell’elettorato attratta dalla proposta messa in campo da Luigi de Magistris. I bersaniani finora sono rimasti in silenzio più per ordini di scuderia - va salvaguardato il nuovo asse Letta-Speranza - che per reale convinzione. Italia Viva si è sfilata dalla coalizione candidando alla presidenza il senatore renziano Ernesto Magorno. Nello stesso Pd convivono orientamenti diversi sul dossier Calabria. Base riformista, la corrente dei “moderati” guidata da Guerini e Lotti e di cui fa parte lo stesso Irto, è quella che più si sta spendendo per rilanciare il giovane consigliere regionale, recordman di preferenze alle Regionali dello scorso anno. Il vicesegretario del partito, Giuseppe Provenzano, vicino al ministro Orlando, non si stanca di ripetere che la priorità è l’allargamento del campo progressista. Ergo: individuare una candidatura capace di rappresentare un punto di incontro con le altre forze politiche.

In un clima di profonda incertezza, affiorano più ipotesi. Una di queste porta dritta a Enzo Ciconte, 74 anni, nativo di Soriano, nel Vibonese, scrittore e intellettuale con solida cultura di sinistra, tra i più autorevoli conoscitori dei fenomeni mafiosi nel nostro Paese.

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