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Il debito della sanità calabrese è di oltre un miliardo. Occhiuto: "Poco superiore alla media nazionale"

C’è un numero che quantifica il debito strutturale sanitario in Calabria ed è 863 milioni di euro. A questa cifra bisogna sommare altri 363 milioni di debiti della gestione corrente (dal 2021 al 31/10/2022), per un totale di poco più di 1,2mld di euro.

Questo è quanto è emerso dalla conferenza stampa ad hoc del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, convocata per illustrare le risultanze del processo di ricognizione e circolarizzazione dei crediti vantati dai fornitori nei confronti delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.

Per la quota consolidata si tratta, in realtà, di una cifra massima che sarà passibile di una riduzione (anche significativa, auspica Occhiuto) data dall’ulteriore verifica dei titoli vantati. L’analisi, ha spiegato Occhiuto, si concluderà nei mesi di aprile o maggio quando le aziende inseriranno finalmente a bilancio il dato definitivo e potrà dirsi concluso il processo di quantificazione reale del debito sanitario calabrese.

La procedura è stata resa possibile dalla norma nazionale voluta da Occhiuto e approvata dal parlamento attraverso la quale si è fissato il termine perentorio de 31/12 scorso per inviare i titoli di credito vantato dai fornitori e dalle aziende di factoring che negli anni avevano acquisito i crediti originari. In tutto, alle 14mila Pec inviate dalla struttura regionale per invitare i creditori a manifestarsi hanno risposto in circa 1300, titolari di più del 70% dei crediti sulla massa debitoria iniziale.

Sui tempi ristretti che hanno portato alla quantificazione del debito sanitario dopo 12 anni di commissariamento, Occhiuto ha detto: “I precedenti commissari sono stati lasciati soli dai governi nazionali. Alcuni di loro erano anche capaci, come Scura, ma non avevano strumenti adatti”.

 

 

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