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"Mediterranei invisibili", ricercatori a caccia dei tesori nascosti della Calabria

Il mondo sconosciuto. Costituito da una parte dei luoghi della nostra terra che spesso viene ignorata e non solo da quanti vivono in altre aree d'Europa, d'Italia e del mondo ma pure da quelli che vi risiedono stabilmente. Luoghi ricchi di potenza affabulatoria, nascoste energie, capaci di provocare intense suggestioni nei visitatori. Spiagge, sentieri, castelli, centri storici, torri aragonesi,  calette, siti archeologici colorano di storia e bellezza interi angoli della Calabria nei quali al patrimonio materiale e naturale s'aggiungono miti e leggende d'incredibile fascino che consentono una felice immersione in secoli diversi e, a volte, lontanissimi.

Tuffarsi nella esplorazione fisica e culturale di questi scorci è l'obiettivo primario di “Mediterranei invisibili” un progetto di viaggio e ricerca che vede insieme architetti, giornalisti, fotografi e scrittori. Alfonso Femia, architetto di fama internazionale, originario di Taurianova ma residente a Genova, ne è uno degli ispiratori. Ecco come lo studioso spiega il progetto: "Due parole. Due mondi che si appartengono. Quanto proponiamo in questo 'viaggio' è l’affermazione della necessità del dubbio, della volontà di soffermarsi sullo sguardo, sul significato della parola, sulle tracce e sui sussurri che i territori ci raccontano. Una pausa, un ritmo lento permette, anche in maniera effimera, all’invisibile di divenire visibile".

"Questa è l’idea dei 'Mediterranei Invisibili', del nostro Mediterraneo, e forse, almeno un po’, anche di colui che vorrà fermarsi per volgere il suo sguardo. Non parleremo di Mediterraneo, lo sogneremo. Non descriveremo il Mediterraneo, ne attraverseremo alcuni mondi, alcuni orizzonti, alcuni momenti. Il progetto è viaggio, tempi tra il tempo, orizzonti nell’orizzonte, sguardi molteplici. Vorremo condividere questa 'pausa' con chi prova a guardare il mondo dal di dentro. Invisibile. Tutto ciò a cui noi decidiamo di non volgere lo sguardo diventa invisibile anche se lo abbiamo a fianco a noi, intorno a noi. Il visibile negli ultimi anni è diventato lo stesso per tutti, senza grandi distinzioni. Il visibile non ci porterà da nessuna parte da dove già siamo. L’invisibile potrà darci una speranza di essere ancora noi collegati al mondo, alla sua storia, alle sue differenze, alle sue profondità".

L'ultimo viaggio per i 'Mediterranei Invisibili' è stato lungo la Costa Viola, con le sue incantevoli calette, tra i sentieri dell'antico monte Aulinas legato indissolubilmente alla vita ascetica di Sant'Elia lo Speleota; tra i pescatori della millenaria Tonnara di Palmi e tra le rocce sfumate d'un color bruno ormai sepolte dalla sabbia delle spiagge di 'Pietrenere'. Con la passione cara agli esploratori dei tempi trascorsi e la curiosità degli studiosi classici, i “viaggiatori” hanno ascoltato il rumore del mare attraverso il suono delle conchiglie di profondità che in epoche remote venivano utilizzate dalle galee per segnalare il loro passaggio alle altre imbarcazioni e alle popolazioni costiere; hanno intervistato i pescatori e le anziane donne che custodiscono quella parte di storia tramandata solo oralmente; una storia fatta di sortilegi, racconti fantastici e mai tramontate preghiere e litanie capaci di fermare le burrasche e “tagliare” il vento in favore delle barche rimaste in mare.

Già, il mare: quello dei miti omerici, delle tragedie greche, delle intuizioni di Ovidio, delle battaglie di Ottaviano Augusto, degli assalti dei pirati saraceni, dei galeoni spagnoli e francesi affondati a causa d'improvvise tempeste scoppiate tra le Isole del Vento (Eolie) e la costa compresa tra Gioia Tauro, Palmi, Bagnara e Scilla. La tappa degli “esploratori” di Mediterranei Invisibili lungo la Costa Viola è stata particolarmente significativa e sarà nel prossimo futuro foriera di iniziative tendenti alla valorizzazione e al recupero di spazi, luoghi, cultura e tradizioni.

Il viaggio in questo pezzo di Calabria Ultra ha coinvolto Michelangelo Pugliese, Salvatore Greco, Antonella Benigni, Antonello Scarfone, Eugenio Crea, Giorgio Tartaro e Giovanni Multari. Con loro pure il sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio e gli assessori Wladimiro Maesano e Alessandro Riotto. Nella foto 1 il Monte Aulinas e gli studiosi fermi sul sentiero dell'Acqua dei Cacciatori;; foto 2 uno scorcio suggestivo della Costa Viola tra Palmi e Bagnara; nella foto 3 i ricercatori nei luoghi cari allo  scrittore Leonida Repaci, fondatore del Premio letterario di Viareggio.

Ph: Mario Ferrara e Stefano Anzini.

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