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Finalista al premio della Sony, fotografo calabrese racconta l'amore senza tempo della maternità

Un fotografo, uno scatto e un concorso internazionale, importante come i sogni degli artisti che sulla pellicola lasciano molto di più di un’immagine. Il calabrese Ottavio Marino, di Cassano all’Jonio dove vive e lavora, è stato tra i finalisti dell’Open dei Sony World Photography Awards 2020 che premia le migliori immagini singole scattate nel 2019.

La rosa selezionata per le varie categorie in cui è organizzata l’iniziativa comprende oltre cento fotografi. Ai dieci vincitori (uno per ciascuna sezione) in premio un’attrezzatura fotografica digitale di ultima generazione di Sony e la possibilità di contendersi il riconoscimento finale di Open Photographer of the Year con un premio in denaro di 5mila dollari. Alla selezione quest’anno hanno partecipato quasi duecentomila fotografi provenienti da più di duecento paesi sparsi per il mondo. Le foto arrivate si avvicinano al mezzo milione. Per ogni categoria, oltre al vincitore ci sono una decina di finalisti.

Marino, che ha gareggiato per la sezione “Ritratto”, ha conquistato uno dei già ambitissimi quattordici posti in finale. Al primo posto si è piazzato un fotografo inglese. Il giovane artista calabrese è noto anche e soprattutto per la sua capacità di trasportare su pellicola gli ammalianti giochi di luci e ombre rese immortali da Caravaggio. Un’arte, figlia di tecnica sopraffina oltre a cuore e dono artistico, che gli ha già permesso di scalare le classifiche di altre selezioni e rendere le sue opere protagoniste di importanti rassegne italiane e internazionali. Nonostante il successo resta schivo e discreto, come spesso capita agli artisti, quasi nascosto dietro la sua folta barba oltre che le sue opere.

«Sono rientrato tra i primi quindici fotografi al mondo. Ne sono fiero. Il mio ritratto è dedicato a una mamma e alla sua bambina, si chiama Mother love», ci racconta.

Entrambe le modelle-per-caso sono di Lauropoli, popolosa frazione cassanese. Gente comune, come piace a Ottavio che con la sua macchina fotografica scava nella quotidianità oltre che negli animi, toccando le corde più nascoste, emozionando senza mai alzare i toni… dei colori. Ringrazia la famiglia e in particolare i nipotini Michele e Paola.

Quindi «le due persone che molti anni fa mi hanno fatto innamorare della fotografia: Carlo e Mia. Il vostro talento è stato un esempio fondamentale. Ovviamente grazie infinite alle persone ritratte nella foto finalista, vi ho amato sin dal nostro primo incontro. Abbiate il coraggio di coltivare sempre sogni bellissimi, non abbiate paura di sognare», sigilla Ottavio, che nelle ultime settimane s’è mosso tra Cosenza e la sua Cassano a caccia di volti che narrano storie, di paesaggi che rivelano segreti, di emozioni che raccontano la bellezza della vita e dell’arte. Anzitutto quella catturabile con uno scatto.

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