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La morte di Denise, 5 gommoni su 7 si sono ribaltati: "Le ho gridato di remare"

Grande dolore per tutti e tanti sotto shock per quanto accaduto. A Polistena – città in cui Denise Galatà si recava ogni mattina per andare a scuola, alunna della V BL, nel plesso di via Vescovo Morabito, dell’indirizzo Linguistico del Liceo “Giuseppe Rechichi” – ma anche a Rizziconi, in contrada Manduca, luogo in cui vive la famiglia Galatà. Quelle immagini e quella paura sono ancora impresse nelle mente e negli occhi dei compagni che erano con Denise. Come Giorgia Cannatà, della V AL, cara amica di Denise, che si trovava sull’ultimo dei 7 gommoni durante l’escursione della comitiva del “Rechichi”. Denise era nel natante davanti a quello in cui è salita l’amica Giorgia. «Su sette gommoni, cinque si sono ribaltati, anche quello in cui c’ero io. Ci hanno detto di rallentare la discesa per metterci a riva vicino alle rocce, ma la corrente era troppo forte e rallentavamo piano. Siamo rimasti bloccati sulle rocce dalle 12 alle 14.30. Ho avuto paura e ho gridato tanto. La corrente era troppo forte. Quando ci siamo ritrovati tutti in uno spiazzo, mancavano 8 di noi. Poco dopo, su un gommone, sono ritornati, recuperati dalle guide, in sette, ma Denise non c’era. Per lasciare il fiume Lao, con le corde, ci hanno fatto salire lungo un sentiero in salita dalla parte della montagna, ed io, così come altre mie compagne, siamo scivolate più volte. Denise Era perfetta, sempre sorridente, scherzosa, sempre disponibile, molto socievole. L’ultima volta che l’ho vista, visto che la sua guida aveva un caschetto da vichingo, le ho urlato: vichinga, rema e vai veloce».

Il dolore del dirigente scolastico: "Silenzio e preghiera"

Parla di «momento del dolore e del cordoglio» rispetto a un «tragico epilogo che tutti abbiamo scongiurato da subito» e che adesso «impone alla nostra comunità il silenzio e la preghiera». Affida la propria reazione a un comunicato stampa la dirigente del Liceo “Rechichi”, Francesca Morabito, «straziata e devastata da ore di angoscia e tormento».
«Quello che è accaduto – aggiunge la preside – ci ha lasciati sgomenti tutti: professori, personale amministrativo, studenti e compagni di classe di Denise. Di fronte a una giovane vita, strappata all’affetto dei suoi cari e al futuro, qualsiasi parola, pronunciata in un momento così difficile, corre il rischio di suonare vana. Non senza prima averla almeno spiegata ai ragazzi, con un confronto e una riflessione allargata ai docenti, questa immane tragedia.

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